«Se il costo dell’energia non scende, decisioni toste», Imparato evoca chiusura ex Sevel. Fiom: «Inaccettabile»

Le dichiarazioni di Jean-Philippe Imparato, responsabile per l’Europa di Stellantis, spaventano l’Abruzzo. Intervenuto agli Stati generali dell’energia organizzati da Forza Italia alla Camera, il manager ha posto l’accento sugli altri prezzi dell’energia in Italia: «In Francia paghiamo un terzo. Dovremo prendere decisioni toste. In Francia il Megawattora lo pago 65 euro, in Spagna 80, in Italia lo pago più di 180. E parliamo di competitività. Se per una volta possiamo fare squadra e abbassare questo costo sarebbe fantastico. A 180 euro la competitività è ammazzata».

Imparato durante la visita ad Atessa del 2024

Poi, come riporta Il Fatto Quotidiano, il passaggio più preoccupante: «Se per fine anno le cose non cambiano dovremo prendere delle decisioni toste, come la chiusura delle fabbriche», ha detto citando lo stabilimento di Atessa, dove si produce il Ducato.
Tali dichiarazioni – che vanno in una direzione completamente opposta alla ribadita e ripetuta «centralità di Atessa» – arrivano a qualche settimana di distanza dall’annuncio della riduzione di personale di 400 unità tramite uscite incentivate [LEGGI].

Fiom: «Sarebbe un colpo letale»

Le parole di Imparato hanno subito suscitato reazioni, come quelle della Fiom: «Una dichiarazione grave e irresponsabile: lo stabilimento ex Sevel rappresenta circa il 50% della produzione italiana di Stellantis ed è l’unico sito dedicato ai veicoli commerciali leggeri. La sua eventuale chiusura significherebbe colpire duramente l’occupazione e distruggere una delle ultime realtà industriali forti del Mezzogiorno, con conseguenze devastanti anche sull’indotto che coinvolge migliaia di lavoratrici e lavoratori in Abruzzo e nelle regioni limitrofe».

Alfredo Fegatelli

«Nel sito della ex Sevel – continua il segretario della Fiom di Chieti, Alfredo Fegatelli – in pochi anni si è passati da oltre 6mila a meno di 4.900 occupati diretti e con le nuove uscite si scenderà intorno ai 4.500. A questi si aggiungono centinaia di lavoratori precari in somministrazione o staff-leasing, lasciati fuori senza rinnovo contrattuale. Una progressiva e grave riduzione dell’occupazione, che rischia di diventare strutturale».

«Intanto, il Governo continua a parlare di “zero licenziamenti”, mentre la realtà è fatta di uscite incentivate, precarietà, crollo degli ordini e gestione degli ammortizzatori sociali. I dati sulle immatricolazioni di giugno lo confermano: mercato in calo del -17,44%, con Stellantis a -32,9% rispetto a giugno 2024. La quota di mercato del gruppo è scesa dal 30,1% al 24,5%. In questo contesto, cresce l’incertezza tra i lavoratori. La Regione, in questi anni, ha ignorato gli appelli dei sindacati, preferendo assecondare l’azienda. Ha rinunciato a ogni ruolo attivo, lasciando che il territorio perdesse centralità nelle strategie industriali del gruppo».

Il sindacato quindi chiede: «la convocazione urgente del tavolo regionale sull’automotive, con sindacati, aziende della filiera e istituzioni; intervento immediato della Regione, per chiarire le dichiarazioni di Jean-Philippe Imparato e le reali intenzioni su Atessa; blocco di ogni ulteriore riduzione occupazionale, a partire dal piano di esodo in corso; coinvolgimento diretto di Palazzo Chigi: non è più sufficiente il tavolo al Mimit. La vertenza Stellantis e l’intero comparto automotive devono diventare una priorità nazionale. Solo evocare la chiusura di Atessa è una minaccia inaccettabile!».

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