«Il Vastese agnello sacrificale in nome di una presunta transizione energetica». Si è tenuta stamattina la prima passeggiata informativa sull’affollamento progettuale eolico e fotovoltaico che sta interessando questa zona d’Abruzzo. L’iniziativa è stata promossa dalla neonata Rete per il territorio che raggruppa sindaci, comitati, associazioni e cittadini.

L’obiettivo primario è innanzitutto informare le popolazioni dei comuni interessati della portata di tali progetti. La scelta di partire da Fresagrandinaria non è casuale. Oggi il piccolo paese è coinvolto da tre progetti e, in contrada Guardiola, la Terna ha intenzione di realizzare una stazione elettrica, circostanza che sta favorendo l’interessamento da parte delle società proponenti che avrebbero già a disposizione (una volta realizzata per il primo dei progetti) l’infrastruttura per l’immissione in rete dell’energia.
Oggi nel Vastese ci sono progetti per 56 aerogeneratori in 15 Comuni [LEGGI] e agri-fotovoltaici per oltre 156 ettari (questi ultimi concentrati sulle colline tra la valle del Treste e valle Cena).
La passeggiata – alla quale hanno preso parte i sindaci Lino Giangiacomo (Fresagrandinaria), Giuseppe Masciulli (Palmoli), Marco Mancini (Lentella), Ernano Marcovecchio (Tufillo) e il vice di Dogliola Antonio Napolitano e i rappresentanti di varie associazioni oltre a decine di cittadini – partita dal bivio sulla Sp 187 per Lentella e Palmoli è arrivata all’azienda agricola Belvedere dove si sono succeduti gli interventi. Ad aprirli è stato Giangiacomo che oltre a ribadire l’importanza della partecipazione, ha rimarcato: «Questa per noi è speculazione vera e propria. Quella di oggi è una data 0, a seguire ci saranno iniziative simili negli altri comuni interessati da questi progetti».
L’intervento del sindaco Masciulli, ha messo al centro soprattutto gli aggiornamenti sul progetto riguardante Liscia (tre aerogeneratori) per il quale c’è stata una prima pronuncia del Comitato Via [LEGGI]. «Si nota una certa predisposizione al via libera nonostante alcune importanti criticità – ha detto il primo cittadino – Si parla di impianti su terreni interessati da incendio, la società mira ad avere l’autorizzazione promettendo di iniziare a costruire dopo che saranno passati 10 anni dal rogo. Lì la stessa Regione, nel 2016, ha stanziato 100mila euro per il rimboschimento. La Comunità montana inoltre vi ha realizzato un ristorante con campeggio che la Edison propone di delocalizzare, ma senza alcun progetto».

Sulla scorta di questo primo rinvio, i sindaci della Rete si stanno preparando alle contromosse: «Abbiamo deciso che a fronte di un giudizio positivo ricorreremo al Tar segnalando anche eventuali responsabilità di profilo penale che dovessero esserci in questo tipo di procedura». «Io ci credo in questa mobilitazione – ha concluso Masciulli – perché 16 sindaci sono tutti con noi. Il territorio ha già dato: nell’Alto Vastese si produce l’80% di tutta l’energia rinnovabile d’Abruzzo, altri 800 MW sono nella turbogas di Gissi e abbiamo due centrali a biomasse sempre in Val Sinello».

«L’Ispra (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) – le parole di Nicoletta Radatta – ha messo nero su bianco che la richiesta energetica che si chiede all’Italia si potrebbe soddisfare con il fotovoltaico sui tetti, in aree dismesse, zone industriali, coperture dei capannoni e parcheggi».
Tra i cittadini presenti anche i titolari di alcune attività che si troverebbero gli impianti a qualche centinaio di metri: «Dopo aver investito, con i nostri figli che hanno intenzione di tornare per spendere qui le loro competenze, temiamo per il nostro futuro».
Abbiamo dato abbastanza del nostro ambiente naturale….. ABBASTANZA
Ricordo EDISON dall’America, erano solo per soldi.