
Ciò che è provvisorio sembra diventato definitivo. Qualcuno ha attaccato un adesivo su un cartello stradale: «Basta procrastinare», una scritta gialla e nera su un segnale di divieto di accesso. Sarà casuale, ma calza a pennello. Uno stop all’usanza di rimandare all’infinito. Come accade per i lavori di ripristino del muraglione spaccato e della ringhiera crollata nel parcheggio della ex stazione ferroviaria di Vasto Marina. Sta di fatto che sono trascorsi sette anni. Era il 2016, quando un pezzo del terrapieno collassò. La spaccatura nel muro è ancora evidente: una fenditura longitudinale lungo il muro di mattoni. Le recinzioni di cemento tipiche delle aree ferroviarie crollarono, come un pezzo del sottostante muro che delimita il giardino della chiesa di Stella Maris.

Otto anni dopo non è cambiato nulla, anzi il degrado è aumentato. Non è solo un pugno nell’occhio del centro di Vasto Marina: le barriere di plastica continuano il muretto pericolante della canonica e a restringere la già stretta via Zara. Automobilisti e residenti tornano a segnalare il problema a Chiaro Quotidiano.

«Sulla vicenda – risponde Alessandro d’Elisa, assessore comunale ai Servizi manutentivi – è in corso un contenzioso tra i frati cappuccini e la Provincia di Chieti che ha ad oggetto il muro a monte. Faremo un sopralluogo congiunto Comune-Provincia per vedere il da farsi».

Sempre all’interno dell’area di risulta, qualche centinaio di metri più a nord, c’è la sottostazione elettrica dismessa. Il Comune vuole trasformarla in un parcheggio da 200 posti, ma servono 200mila euro: