“Immaginati libera”: nella casa lavoro di Torre Sinello il murale degli studenti

Immaginati libera è il murale dipinto nella casa lavoro di Vasto dagli studenti del Polo liceale Pantini-Pudente insieme al Progetto Giovani e agli internati del penitenziario di Torre Sinello.

«Un progetto – si legge in una nota del municipio – ispirato al libro Stai Zitta di Michela Murgia. Il percorso si è svolto attraverso un laboratorio creativo e umano, dove la lettura condivisa, la riflessione e l’arte hanno favorito un dialogo profondo su temi di giustizia, inclusione e cittadinanza.  I partecipanti hanno lavorato fianco a fianco, condividendo idee, emozioni, colori e speranze, con la guida delle professoresse Minerva e Ruberto. Alla conclusione dell’iniziativa, una tavola rotonda ha visto il confronto diretto tra gli internati, le studentesse e le istituzioni. Presenti l’assessora alle Politiche giovanili e all’Istruzione Paola Cianci, la dirigente scolastica Anna Orsatti, le docenti Minerva, Ruberto, Forgione e Cianciosi, Giusi Rossi (educatrice della Casa Lavoro) e Giorgia Berardi del Progetto Giovani».

«Iniziative come questa ci insegnano – dice il sindaco, Francesco Menna – che la dignità delle persone passa anche attraverso l’ascolto, la relazione e la cultura. Vedere le studentesse e gli internati lavorare insieme è un segno concreto di comunità che educa, che non esclude e che crede nella possibilità del cambiamento».

«Ho visto – aggiunge Cianci – negli occhi dei ragazzi e delle ragazze la forza dell’incontro. L’arte, in questo caso, è stata strumento di relazione, di rispetto reciproco e di riscatto. Continueremo a sostenere progetti che mettono al centro la scuola come ponte tra le persone, anche nei luoghi più difficili».

«Esperienze come questa – spiaga la dirigente, Anna Orsatti – rappresentano una vera educazione alla cittadinanza attiva. Le ragazze hanno vissuto un percorso che va oltre la didattica tradizionale, incontrando l’umanità che abita anche dietro le sbarre. Ne escono più consapevoli, più maturi e sicuramente più attenti al valore dell’inclusione».

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