L’Arminuta conquista il David di Donatello per la miglior sceneggiatura non originale firmata da Donatella Di Pietrantonio e Monica Zapelli. Il film, diretto da Giuseppe Bonito, uscito nelle sale lo scorso ottobre, è la trasposizione cinematografica del libro dell’abruzzese Donatella Di Pietrantonio, Premio Campiello nel 2017. Una storia intensa che ha conquistato ottimi riscontri di critica e di pubblico, sia in Italia che nei paesi europei toccati dal viaggio de L’Arminuta. Protagonista del film è la vastese Sofia Fiore, al suo debutto cinematografico che, con un’altra giovanissima abruzzese, Carlotta De Leonardis, e un cast su cui spicca Vanessa Scalera – candidata al David come attrice non protagonista – ha dato vita alla storia scritta da Donatella Di Pietrantonio.
Erano sei le sceneggiature non originali candidate al David Di Donaello 2022: Diabolik di Manetti Bros., Michelangelo La Neve, L’arminuta di Monica Zapelli, Donatella Di Pietrantonio, La scuola cattolica di Massimo Gaudioso, Luca Infascelli, Stefano Mordini, La terra dei figli di Filippo Gravino, Guido Iuculano, Claudio Cupellini, Tre piani di Nanni Moretti, Federica Pontremoli, Valia Santella, Una femmina di Lirio Abate, Serena Brugnolo, Adriano Chiarelli, Francesco Costabile.
Il premio, annunciato da Drusilla Foer, che ha condotto con Carlo Conti la cerimonia di consegna, è un riconoscimento a tutta la squadra che ha lavorato al film, come ha ricordato Monica Zapelli, al suo secondo David. «Chi lavora nel cinema sa che il nostro lavoro può sembrare bello solo se quello di tutti gli altri è bello. È una bellissima metafora del nostro lavoro, da soli non siamo niente, riusciamo ad essere qualcosa solo perché ci sono gli altri».
Emozionatissima la scrittrice abruzzese. «Sono molto grata e felice perché a volte le storie, i personaggi sfuggono a chi li scrive e prendono strade imprevedibili e inaspettate e arrivano anche al cinema – ha detto la scrittrice che, al suo debutto con una sceneggiatura cinematografica conquista il prezioso riconoscimento -. Sono grata a Monica perché, quando ho iniziato a collaborare con lei ero una principiante assoluta nella scrittura per il cinema, arrivando dalla narrativa. Ho imparato moltissimo da Monica, da Giuseppe Bonito e da tutti gli altri. È un momento di grande felicità. È difficile felici in questi momenti, in questi giorni, in questi mesi terribili e angoscianti. Ma dobbiamo continuare a esercitare il più possibile il nostro lavoro, la nostra libertà, il nostro impegno».
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