Strutture amovibili ogni 400 metri lungo la Via Verde, critico il WWF: «Non è la giusta risposta»

Fa discutere l’emendamento presentato dal consigliere regionale Nicola Campitelli che propone l’introduzione di una modifica al pdl 53 del 2024, aggiungendo l’art. 6 bis alla legge regionale del 30 marzo 2007, n. 5 “Disposizioni urgenti per la tutela e la valorizzazione della Costa Teatina”. Il nuovo articolo prevede la possibilità di installare «strutture leggere facilmente amovibili, prive di parti in murature e calcestruzzo, con ingombro massimo a terra di 70 mq comprensivi di eventuali porticati, pergole, tende e qualsiasi altra forma di copertura esterna, con un’altezza massima di 3,50 m ed un lotto minimo di 2.000 mq, realizzate a distanza l’una dall’altra non inferiore a 400 metri (…)». Tali strutture – che dovranno rispettare alcune caratteristiche tecnico-costruttive ed estetiche e ogni indicazione prevista nei Piani di Assetto Naturalisti vigenti – saranno destinate all’esercizio di attività commerciali.

A sollevare criticità è il WWF: «Un territorio che vuole fare dell’offerta turistica una delle proprie vocazioni ha sicuramente bisogno di servizi adeguati per accogliere i visitatori, ma siamo sicuri che continuare a proporre interventi non integrati l’uno con l’altro lungo quel tracciato sia la strada giusta? Avere strutture, per quanto leggere e amovibili, fino a 70 mq che si potrebbero susseguire una dopo l’altra ogni 400 metri è davvero la risposta giusta per chi visita la Costa teatina?».

«L’unica scelta veramente responsabile – commenta Filomena Ricci, delegata del WWF Abruzzo – sarebbe quella di rendere operativo il Parco nazionale della Costa teatina, che si ricorda è stato individuato nel 1997, istituito nel 2001, perimetrato nel 2015 da un commissario ad acta, ma mai effettivamente attivato. La presenza di un’area protetta di respiro nazionale è lo strumento in grado di prevedere una programmazione degli interventi che sia in grado di contemplare la conservazione della natura, l’offerta turistica di qualità e la tutela delle bellezze paesaggistiche. Inoltre, il Parco potrebbe attingere a risorse che sarebbero in grado di garantire anche la manutenzione del tracciato della Via Verde, che è sicuramente onerosa e difficilmente fronteggiabile dai Comuni».

«Ci si augura, dunque, che il ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Gilberto Pichetto Fratin e il sottosegretario Claudio Barbaro, che di recente hanno istituito il Parco nazionale del Matese, intervengano al più presto anche in Abruzzo per porre fine all’incredibile vicenda del Parco della Costa teatina dando finalmente avvio alla sua reale e fattiva gestione, che darebbe respiro alla tutela dell’ambiente, un ulteriore aiuto al raggiungimento dell’obiettivo 30/30 previsto dalla normativa europea e offrirebbe un concreto sostegno a uno sviluppo turistico ed economico del territorio portato avanti con criterio e senza danneggiare il patrimonio naturalistico».

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