«Quattro anni di lavoro e studi per donare la teca della reliquia, ma i nostri nomi vengono nascosti»

«In occasione delle festività dedicate al nostro Santo Patrono San Vitale Martire, verrà portata in processione l’urna contenente le reliquie del Santo arrivate a San Salvo per volontà del Cardinal Carafa ben 280 anni fa, il 20 dicembre 1745 che potrebbero presumibilmente avere un’età di circa 1800 anni. Anche quest’anno la targhetta, se non addirittura tutto il cappello (coperchio), apposta sull’urna reliquiaria, (vedi foto) sarà tenuta nascosta. Siamo purtroppo costretti a pensare che questo gesto sia voluto perché è stato messo in atto per tre anni consecutivi e cioè dalla data in cui abbiamo pensato di fare questo regalo alla comunità di San Salvo, ai fedeli e devoti del nostro Santo e alla parrocchia di San Giuseppe». Lo scrivono in una lettera aperta i promotori dell’iniziativa, Mimmo Di Nardo, Anthony Frasca, Marco Granata e Domenico Ramondo.

«Ci teniamo a ribadire che l’intervento di consolidamento e conservazione delle reliquie è nato esclusivamente dalla consapevolezza che stavamo perdendo un patrimonio storico, culturale ed identitario della nostra città. Unicamente su base volontaria abbiamo investito tempo (4 anni) e denaro (circa 8000,00 Euro) senza mai chieder aiuto. Ci siamo avvalsi della preziosa collaborazione di alcuni imprenditori della nostra città che hanno lavorato gratuitamente e che, alla nostra richiesta di pagamento, hanno risposto: “Grazie a voi per averci coinvolti” rifiutando qualsiasi forma di compenso se non la gioia di aver contribuito a tenere salde le nostre tradizioni. Abbiamo coinvolto docenti universitari ed antropologi di fama mondiale.
Il lavoro è stato condotto nel più assoluto riserbo non solo per la serietà e la delicatezza della questione ma per evitare strumentalizzazioni di ogni genere. Abbiamo donato a San Salvo il risultato di un lavoro di ricerca non per il bisogno di essere celebrati ma per amore della nostra città. In ogni chiesa si vedono banchi con targhette che indicano il nome di chi li ha offerti, statue e opere d’arte restaurate di cui si ricorda lo sponsor o il committente. Con questa lettera aperta noi, oggi – affermano i quattro firmatari – vorremmo capire il perché della contrarietà che avvertiamo da parte del parroco, che ha permesso il restauro autorizzato dal vescovo, ma soprattutto da parte del Comitato feste San Vitale che ha addirittura minacciato di rimuovere in modo definitivo la targhetta dal coperchio. Nella speranza di porre fine a questa stucchevole controversia, ci auguriamo di aver dato uno spunto di riflessione chiedendo, ancora una volta, quale fastidio possa dare una targhetta ricordo apposta sulla teca di San Vitale».

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