Domenica 8 maggio, in occasione della Festa della Mamma, l’Azalea della Ricerca di Fondazione AIRC torna a colorare tantissime piazze in tutta Italia per sostenere i ricercatori impegnati a trovare diagnosi sempre più precoci e terapie più efficaci per i tumori che colpiscono le donne.
In 38 anni di vita l’Azalea della Ricerca è diventata il simbolo di questa ricorrenza, un fiore speciale da regalare alla mamma e a tutte le donne, una preziosa alleata per la salute al femminile che ha permesso nel tempo di raccogliere oltre 280 milioni di euro, risorse che hanno consentito ai migliori scienziati oncologici di lavorare senza interruzioni, nel tentativo di diagnosticare più precocemente tutte le forme di cancro e di curare con maggiore efficacia tutte le pazienti. Ventimila volontari AIRC tornano nelle piazze domenica 8 maggio per distribuire l’Azalea della Ricerca a fronte di una donazione di 15 euro. Insieme verrà consegnata la speciale Guida con informazioni su prevenzione, cura dei tumori e tre salutari ricette firmate dall’ambasciatrice AIRC Antonella Clerici protagonista anche della copertina, dalla foodblogger Monica Papagna e dallo chef Stefano Sforza.
Tante le piazze in Abruzzo dove saranno presenti i volontari Airc. I banchetti, domenica 8 maggio, saranno a Vasto, Lanciano, San Salvo, Fossacesia, Casalbordino, San Vito Marina, Lentella, – SCOPRI TUTTE LE PIAZZE
Sarà possibile acquistare le azalee anche su Amazon.
Volto dell’Azalea della Ricerca è Francesca, giovane mamma e medico nefrologo a cui è stato diagnosticato un cancro alla tiroide, ritratta insieme alla piccola Cecilia in un momento di affettuosa complicità. «Mi sono offerta di fare da paziente a una mia collega per provare il nuovo ecografo. È così che ho scoperto di avere un nodulo alla tiroide. Del percorso di cure mi è pesata molto la radioterapia allo iodio perché dovevo stare in isolamento per parecchi giorni, mi mancava la mia bimba e in quella stanza silenziosa pensavo troppo». Oggi Francesca sta bene e con la sua testimonianza vuole sottolineare una volta in più l’importanza della prevenzione.
I DATI – Lo scorso anno nel nostro Paese ci sono stati 182.000 nuovi casi di tumore tra le donne e si stima che circa una su tre riceverà una diagnosi oncologica nel corso della vita. I tumori più frequenti nel genere femminile sono: mammella (55.000), colon-retto (20.200), polmone (13.300), tiroide (9.800), utero (8.300), pancreas (7.400), melanoma (6.700), linfoma non-Hodgkin (6.100), stomaco (6.100), ovaio (5.100). Oggi in Italia la sopravvivenza a 5 anni dalla diagnosi è arrivata al 65% e ci sono quasi 2 milioni di donne che hanno superato un cancro grazie ai progressi della ricerca e all’alto livello dell’assistenza oncologica.
Il tumore dell’ovaio rappresenta il 3% circa di tutti i tumori maligni nella popolazione femminile ed è il decimo per frequenza. In circa l’80% per cento dei casi la malattia è scoperta quando è già in fase avanzata, perché il tumore dell’ovaio non dà sintomi specifici e la diagnosi è per questo spesso difficile e tardiva. I risultati di un recente studio sostenuto da Fondazione AIRC, pubblicati sulla rivista Cancer Research, mostrano che alcuni tumori ovarici presentano alti livelli di due proteine che regolano l’attività dei mitocondri, la centrale energetica delle cellule. Tale peculiarità sembra renderli sensibili a una nuova classe di farmaci. I dati, ottenuti dal gruppo di ricerca coordinato da Raffaella Giavazzi presso l’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS, sono importanti per lo sviluppo di nuove strategie terapeutiche per questo tipo di tumore che ancora oggi è tra i più difficili da curare.