Per tutelare le industrie del settore automobilistico abruzzese dai dazi del 25 per cento imposti dagli Stati Uniti una strada da percorrere è istituire un’area di crisi complessa con il Molise. «Dopo l’ultima riunione al ministero del Lavoro i tecnici hanno lasciato acceso un piccolo barlume di speranza, tenuto conto che tale strumento nasce dopo pesanti e rovinose crisi occupazionali che, fortunatamente, noi non abbiamo avuto nella nostra regione», ha detto Tiziana Magnacca, assessora regionale alle Attività produttive, nella terza riunione del tavolo regionale dell’automotive, aggiungendo di essere «fiduciosa» perché «la chiave di volta potrebbe essere la cosiddetta area di crisi di settore, cioè appositamente strutturata su un singolo settore».

«La decisione dell’amministrazione Trump – ha commentato – è un problema per la nostra economia ma è necessario reagire con lucidità alla politica protezionistica che gli Stati Uniti hanno intenzione di portare avanti». Ma il tavolo regionale Automotive arriva anche dopo l’audizione in Parlamento del presidente di Stellantis, John Elkan, in un momento in cui la situazione del settore auto abruzzese vive una pericolosa stasi che rende ancora più incerto il futuro di migliaia di lavoratori. «Davanti ai rappresentanti del Parlamento – ha aggiunto Magnacca – il numero uno di Stellantis ha preso impegni di supportare il dovuto tutta la catena dell’indotto, staremo a vedere e noi naturalmente vigileremo ponendoci anche come utili costruttori di soluzioni alternative».
Sul fronte industriale, la titolare della delega alle Attività produttive ha confermato dopo l’ultima riunione che «il ministero dell’Industria e del Made in Italy ha ricostituito il fondo nazionale Automotive dotandolo di 2,5 miliardi euro, che saranno interamente destinati agli investimenti nel settore auto». Inoltre, «una legislazione straordinaria – si legge in una nota della Regione – sarà riservata agli ammortizzatori sociali di quei lavoratori di aziende che operano nel settore metalmeccanico, prevedendo misure in deroga in modo da ampliare l’ombrello del trattamento di Cassa integrazione anche in favore di quelle aziende che abbiano esaurito la possibilità di ricorrervi».