Stipendi inadeguati, opportunità lavorative ridotte al lumicino, scarse tutele. È un mercato del lavoro sempre più difficile quello con cui, giovani e meno giovani, si trovano a fare i conti. Scenario peggiorato dalla pandemia e dall’attuale conflitto russo-ucraino, e che diventa ancora più ostico nei centri più piccoli, dove spesso le opportunità non riescono a soddisfare le richieste e in molti scelgono di “lasciare il nido” per andare alla ricerca di lidi più fertili. Ma lasciare la propria terra e cercare fortuna in altre città, magari all’estero o in dei centri più grandi, forse non è l’unica soluzione. È quello che hanno pensato i venticinquenni Mario Enrico Testa e Lucas Rozanc, amici e colleghi che, prima di lasciare Vasto per cercare fortuna altrove, hanno deciso di tentare il tutto per tutto dando vita ad un’attività tutta loro.
Dopo anni di esperienza nel settore della ristorazione, Mario principalmente come cuoco e barista, Lucas come cameriere di sala, i due hanno deciso di aprire un bar nel centro di Vasto. «Abbiamo deciso di aprire un’attività perché abbiamo sempre lavorato in questo settore, dando il 101% in ogni esperienza lavorativa – spiega Mario -. Io ho iniziato come lavapiatti, poi ho fatto l’aiuto cuoco, e alla fine il barman, esperienza che mi ha portato anche a seguire un corso che mi ha permesso di specializzarmi, Lucas ha lavorato per anni come cameriere e barista. Ad un certo punto ci siamo detti: “Perché non aprire qualcosa di nostro, mettendo a frutto le nostre esperienze e prendendoci la responsabilità di gestire un’attività?”». Una sfida, quella dei due giovani imprenditori, che nasce anche dalla voglia di continuare a vivere e lavorare nella città in cui sono cresciuti. «Inizialmente ero propenso ad andare via da Vasto, a cambiare proprio mestiere, trasferendomi nel Nord Italia. Questa per me era praticamente l’ultima spiaggia per restare qui», racconta Mario. «Avevo già lavorato all’estero, a Barcellona – aggiunge Lucas – quindi avevo escluso di spostarmi nuovamente. Penso che sarei rimasto a Vasto, ma che avrei cercato lavoro in un altro settore».
Una collaborazione nata dopo un’esperienza lavorativa durata qualche anno che ha permesso ai due ragazzi di entrare in sintonia. «Condividendo il luogo di lavoro – raccontano – ci siamo resi conto che c’era una sinergia tra di noi, che eravamo una squadra affiatata e soprattutto che le nostre idee andavano nella stessa direzione. Quindi abbiamo deciso di iniziare questa esperienza insieme». Superato lo scoglio della burocrazia, «l’iter da seguire per ottenere licenze e permessi – dicono – e la realizzazione dei lavori hanno richiesto molto tempo», e vinta l’iniziale titubanza dei genitori che «hanno sempre sostenuto noi e il nostro progetto, ma inizialmente avevano dubbi e domande», il 23 dicembre del 2021, Mario e Lucas hanno aperto la loro attività. Un “regalo di Natale” fuori dagli schemi.
«La nostra idea – spiegano – è quella di aggregare persone offrendo non solo il servizio del bar, ma creando degli stimoli per chi viene qui organizzando serate culturali, serate dedicate ai giochi di società, agli scacchi, alla letteratura. Il nostro obiettivo è trovare e incentivare le passioni delle persone, che magari non hanno un posto dove riunirsi, e offrirgli un luogo per fare aggregazione, per conoscersi, per fare amicizia, per condividere esperienze e momenti culturali e di svago. Non puntiamo solo sul divertimento, è un posto che punta a fare incontrare, a far scoprire delle cose nuove e a coltivare delle passioni. Potremmo definirlo un bar “inclusivo”. Vorremmo che questo posto desse una nuova linfa alle serate dei ragazzi, nuove prospettive di svago. Di solito il pensiero comune della gente è che Vasto sia una città morta in cui non si fa mai niente, noi vorremmo dare un’alternativa per dimostrare che non è così. Il nostro è un team giovane – aggiungono – con noi lavorano altre due ragazze, Serena Desiderio e Andrea Ricciardi, e Manuel Santillo che è un po’ il nostro “social media manager”. È anche questo a renderci felici: l’essere stati in grado di offrire un lavoro a dei nostri coetanei, che magari per necessità sarebbero andati via per trovare un impiego altrove. Visto che sempre più spesso si parla di spopolamento, è bello essere riusciti a dare a qualcuno la possibilità di rimanere nel territorio d’origine».
E quando chiediamo se consiglierebbero ad altri ragazzi desiderosi di avviare un’attività di fare questo grande passo, rispondono: «Diciamo di sì, per noi è ancora presto per fare dei bilanci sull’attività perché siamo partiti da poco. Per adesso possiamo dire che ci stiamo innanzitutto divertendo e che siamo felici della scelta che abbiamo fatto. Sapevamo a cosa stavamo andando incontro, ovviamente ci sono sempre dei rischi nell’aprire un’attività del genere, non è un’avventura da intraprendere con leggerezza, ma se si valutano bene i rischi e si è veramente sicuri di quello che si sta facendo secondo me bisogna buttarsi», afferma Mario. E, parlando di bilanci, è inevitabile uno sguardo alla situazione in Europa e all’incremento del costo della vita. «Siamo preoccupati – affermano – perché l’aumento dei prezzi comincia a farsi sentire. Per adesso non è niente di che, ma alcuni fornitori ci hanno già avvisati degli aumenti che ci saranno nei prossimi giorni e che ci porteranno di conseguenza a stare attenti alle spese, a fare economia senza sacrificare però la qualità dei prodotti che offriamo, cercando di non aumentare i prezzi a danno dei clienti. Per adesso la preoccupazione è minima – aggiunge Lucas – noi abbiamo avuto la fortuna di non aver risentito neanche del periodo del lockdown, perché abbiamo aperto il bar nel dicembre del 2021, quando l’emergenza sanitaria era ormai alle battute finali, però capiamo perfettamente il senso di scoramento provato dai titolari di attività costretti a chiudere per lunghi periodi».