Circa 6mila progetti per grandi impianti industriali di produzione di energia rinnovabile per una potenza complessiva cinque volte superiore ai traguardi del green deal. 161 sindaci lanciano per questo motivo il manifesto-appello per una riforma delle leggi in materia di energia che ora «stanno favorendo un settore economico privato, in grandissimo fermento. I grandi guadagni si prospettano attraverso bassi rischi d’impresa vista la notevole mole di incentivi pubblici che ricade sulle bollette elettriche dei cittadini e sulla fiscalità generale».
I sindaci sono riuniti nel Coordinamento interregionale per problema pale eoliche e fotovoltaico e nei prossimi giorni presenteranno il manifesto al governo. In Abruzzo i sottoscrittori sono i primi cittadini di Tollo, Palmoli, Guilmi, Torre dei Passeri, Carpineto Sinello, Gissi, Monteodorisio, Lentella, Fresagrandinaria, Cupello, Tufillo, San Buono, San Giovanni Lipioni e Carunchio.
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La preoccupazione del coordinamento nasce da una ricognizione generale dei progetti: «Sono sorti in molti casi interrogativi e dubbi che riguardano la compatibilità con la tutela ambientale e paesaggistica. Inoltre, spesso i progetti appaiono in contrasto se non in antitesi con le vocazioni dei territori interessati, con il rischio di deprimere e demolire le filiere produttive locali frutto di decennali investimenti. Queste non possono essere spazzate via insieme al lavoro che garantiscono, principale freno a un pericoloso e desertificante spopolamento».
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«Chiediamo, interpretando la volontà del tessuto sociale dei luoghi da noi amministrati, che la produzione e la distribuzione dell’energia ridiventino un servizio pubblico essenziale con progettazione e programmazione degli impianti gestite in maniera trasparente. Vanno evitate frenetiche rincorse speculative di aziende private che agiscono in nome dei propri profitti non conoscendo o trascurando la specificità dei luoghi e delle terre agricole o naturali, che non possono essere considerate res nullius. Solo così la produzione energetica da fonti rinnovabili non sarà più ambientalmente, socialmente ed economicamente insostenibile e non aggredirà il prezioso suolo ancora non consumato».