Ancora incertezza sul futuro della Tekne di Ortona e i suoi 200 dipendenti. A denunciarlo è la Fiom a due giorni dall’incontro che si terrà in regione. Le incognite riguardano le trattative in corso con le aziende che avevano presentato le manifestazioni d’interesse per rilevarla. La Tekne si era impegnata a contattare il fondo americano Brodway Capital e l’azienda abruzzese Raicam, ma al momento non si hanno notizie.
Il sindacato è venuto a conoscenza della fase di stallo perché è stato contattato ieri, 3 febbraio, dalla Raicam che ha ripercorso le fasi di avvicinamento alla Tekne (la comunicazione è stata inviata anche a Regione ed esperto nominato per la procedura di composizione negoziata), avvenute dapprima nel settembre 2024 e poi il 15 gennaio 2025: «Tuttavia, nonostante queste manifestazioni di interesse e i successivi solleciti, Tekne non ha mai fornito informazioni societarie né ha messo a disposizione una data room per consentire un’adeguata due diligence». Nessun aggiornamento, invece, sulla posizione di Brodway Capital.
La Fiom spiega che «non fa il tifo per nessuna delle parti in causa, ma per una risoluzione concreta della vertenza. Le opzioni sul tavolo sono diverse: Raicam, Brodway Capital, un’azienda la cui identità continua a essere tenuta segreta (pur essendo ormai un “segreto di Pulcinella”), o la stessa Tekne, che potrebbe decidere di proseguire autonomamente. Se questa fosse la strada scelta, sarebbe necessario conoscere le soluzioni previste per garantirne la sostenibilità, oltre al relativo piano industriale».
«Alla luce delle ultime comunicazioni, la nostra preoccupazione cresce. La persistente mancanza di informazioni, che non rappresentano una semplice concessione ma un diritto dei lavoratori, sta aumentando il clima di incertezza e instabilità. È fondamentale sottolineare che certamente non tutte le soluzioni prospettate hanno lo stesso impatto: ciò che più ci interessa è individuare quella che assicuri la continuità occupazionale nel presente e nel futuro, con prospettive di sviluppo per tutti i lavoratori coinvolti».