Di cosa parliamo – Il rapporto tra imprenditoria e mondo ecologista a Vasto ha sempre vissuto periodiche tensioni. In vista c’è il rinnovo della gestione di entrambe le riserve naturali, Punta Aderci e Marina di Vasto, per cui il Comune espleterà una gara d’appalto. Tutela di un paesaggio unico nel Medio Adriatico e sviluppo turistico possono convivere? E come fare in modo che il turismo non duri solo tre mesi l’anno? Domande cui rispondere, se si vuole programmare il futuro e dare una prospettiva ai giovani.
«La questione è iniziare a sedersi a torno a un tavolo. Ambiente, turismo, commercio e amministrazione comunale devono trovare il punto d’incontro. E devono trovarlo attorno a una parola fondamentale: lavoro». Domenico Molino ormai da tempo è fuori dall’agone politico. È stato prima assessore e poi consigliere comunale col centrosinistra dal 2006 al 2016. Continua a fare il balneatore. Contatta Chiaro Quotidiano per lanciare un messaggio. Lui, che in politica non è stato un mediatore, chiede un punto d’incontro tra imprese turistiche e mondo ambientalista nel segno dello sviluppo nel rispetto dell’ambiente. «Ecologismo e turismo devono andare a braccetto. Sul piatto c’è un mare di soldi per la Via verde della Costa dei trabocchi, lo sviluppo turistico e il nuovo bando per la gestione delle riserve naturali di Vasto».
Vasto è rimasta indietro nel divertimento, in tutto ciò che va oltre mare, ristorazione e strutture ricettive?
«A Vasto bisogna evitare la cementificazione fine a se stessa e sviluppare un turismo al passo coi tempi. Il mondo va verso vacanze esperienziali e la Regione Abruzzo deve fare la riforma della legge sul turismo. Su Internet, in campo turistico, ormai la parola più cercata è glamping, ossia campeggio di lusso. Per creare innovazione, serve nuova linfa, ci vogliono nuovi investimeni. Lo scopo è creare turismo ecosostenibile e innovativo, ma serve una spinta forte da parte di tutti verso l’esaltazione della bellezza del territorio. C’è bisogno che la Provincia di Chieti completi la Via verde della Costa dei trabocchi. Il Parco della Costa teatina mai realizzato? Sono favorevole a tutte le mitigazioni che consentano di abbattere la cementificazione fine a se stessa. Fossacesia e San Salvo hanno avuto uno sviluppo turistico notevole. Attualmente, Vasto non è più baricentrica, quindi non può stare a guardare. La questione è come fare a restare avanti. I consorzi stanno facendo il loro dovere, ma la città ha potenzialità grandissime, espresse e inespresse. Guardiamo al futuro con sguardo lungimirante per offrire servizi innovativi e duraturi. San Salvo progredisce, riesce a coniugare ambiente e innovazione investendo 9 milioni di euro su San Salvo Marina e rinnovando porticciolo e lungomare, oltre a costruire il suo primo trabocco. Trabocchi che noi già abbiamo e dobbiamo valorizzare. Il problema è che non c’è chiarezza nei rapporti tra volano pubblico e iniziativa privata. In altri comuni, quando un imprenditore vuole realizzare un progetto, riceve una risposta chiara: sì o no».
A proposito di turismo ecosostenibile, la coesistenza tra le industrie di Punta Penna e la vicina Riserva naturale di Punta Aderci rimane difficile. Un problema irrisolvibile?
«A Punta Penna l’ampliamento del porto può essere una risorsa per logistica e turismo. Il futuro dell’industria di questa zona, invece, lo vedo attorno al Sinello. Sul piatto, non lo dimentichiamo, c’è anche la Zes (zona economica speciale, n.d.r.)».
Negli ultimi anni a Vasto Marina sono mancati investimenti innovativi, pubblici e privati?
«Vasto Marina, oggi, è il posto in cui si trascorre la giornata in spiaggia, ma la notte i turisti preferiscono il centro storico di Vasto. A Vasto Marina di sera c’è un turismo stanziale o di habitué. Servono esercizi commerciali e media distribuzione per quello che è il migliore e più vivibile quartiere della città. Mi auguro che la gestione dei due Sic (siti d’interesse comunitario: le Riserve di Punta Aderci e Marina di Vasto, n.d.r.) garantisca rappresentanza a chi fa impresa turistica, perché ha a cuore l’ambiente esattamente come gli ambientalisti. Chi fa turismo ha la stessa dignità dei proprietari terrieri. Sulla Via verde servono servizi per i turisti, è impensabile che, per chilometri e chilometri, un cicloamatore non possa avere un punto di ristoro in cui dissetarsi. E sul trasporto intermodale va cercato un accordo con le Ferrovie per evitare che i cicloamatori restino a piedi, come è successo pochi giorni fa [LEGGI]».
La stagione turistica a Vasto dura poco. Il lavoro di tanti addetti, in gran parte giovani, è destinato a rimanere sempre stagionale e quindi precario?
«Obiettivo fondamentale deve essere il prolungamento della stagione balneare, che non può andare da giugno a settembre, ma deve durare otto mesi l’anno».
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