Un allevatore del Foggiano è stato denunciato dai carabinieri forestali di Villa Santa Maria perché, nei giorni scorsi, ha intenzionalmente liberato una mandria di 120 bovini sottoposta a sequestro cautelativo sanitario da parte del servizio veterinario della Asl Lanciano Vasto Chieti.
Le indagini dei militari si sono intensificate nel mese di dicembre quando, dopo esami ispettivi di laboratorio, è stato comunicato loro che le evidenze rinvenute sui bovini erano riconducibili ad infezione da Mtbc, con lesioni tubercolari di grado 5/5 (stadio di collasso delle resistenze).
Prima della liberazione dei bovini, il servizio veterinario della Asl, insieme ai forestali e ai carabinieri di Castiglione Messer Marino, aveva disposto l’isolamento degli animali e il divieto di entrata e di uscita degli stessi dallo stabilimento. Contestualmente, è stata avviata un’indagine epidemiologica disponendo il sequestro sanitario della mandria e la sospensione delle qualifiche sanitarie per l’attività diagnostica, al fine di effettuare le ulteriori indagini intra-vitam sul resto degli animali.
«Nonostante l’allevamento fosse in quarantena fino alla conferma delle analisi per evitare ulteriori conseguenze su altri animali, così come imposto dal Regolamento di polizia veterinaria, i capi sono stati movimentati e ricondotti, senza autorizzazione, in un allevamento di Apricena – spiegano una nota dei militari – Tuttavia, gli esiti delle prove ufficiali per tubercolosi bovina (Mtbc), brucellosi bovina (Brc) e leucosi bovina (Leb), hanno condotto l’Istituto Zooprofilattico dell’ Abruzzo e del Molise a confermare la positività al gamma-interferone di undici dei tredici campioni testati, mentre l’Istituto Zooprofilattico Sperimentale del Mezzogiorno (sezione di Portici) ha confermato l’isolamento di Mycobacterium tuberculosis complex su campioni esaminati di 2 dei 5 bovini macellati e la a positività per brucellosi bovina alla Sar un bovino».
I carabinieri forestali di Villa santa Maria hanno così contestato all’allevatore la violazione dell’ordinanza veterinaria emessa per evitare la diffusione delle malattie infettive, ai sensi dell’art. 650 del c.p. e l’art 500 del c.p., «per la diffusione di una malattia agli animali, pericolosa per l’economia rurale o forestale, ovvero al patrimonio zootecnico della nazione, punita con la reclusione da uno a cinque anni».