«Il futuro si scrive in Asia». Con questa premessa, alle 18 di sabato 25 gennaio, sarà presentato, nella Pinacoteca di Palazzo d’Avalos, il libro 2100 – Come sarà l’Asia, come saremo noi, del giornalista Simone Pieranni. Modera il dibattito, aperto dai saluti istituzionali dell’assessore Anna Bosco, la giornalista Novella Di Paolo. Con l’autore del libro interverrà Claudio Caniglia, presidente dell’associazione Giappone-Abruzzo.
Pieranni è laureato in Scienze Politiche, nel 2009 ha fondato un’agenzia editoriale con sede a Pechino che collabora con media italiani per reportage e articoli sulla Cina. Dal 2006 al 2014 ha vissuto in Cina, scrivendo per media italiani e internazionali. Dal 2014 al 2022 ha lavorato nella redazione esteri del Manifesto.
«L’Asia rappresenta una potenza demografica, economica, culturale e militare in rapida crescita, che anticipa spesso tendenze e problematiche che coinvolgono – spiega il sindaco Francesco Menna – anche noi occidentali. Siamo orgogliosi di ospitare a Vasto l’autore di un libro che osserva come in Asia si affrontino temi cruciali come l’alimentazione del futuro, la sostenibilità urbana e il cambiamento climatico, i diritti umani, l’evoluzione del lavoro, l’informazione e l’intelligenza artificiale, insieme a questioni come la sorveglianza delle persone, i chip neurali, la chirurgia da remoto e le leggi contro fake news e deepfake».
«Da assessore con delega anche alle Politiche europee e internazionali – sottolinea Bosco – credo che questa sia un’opportunità per comprendere meglio le dinamiche globali. L’autore ha esplorato la diversità del continente, dall’ordinata Singapore al Myanmar, dalla Malesia al Vietnam, fino a Cambogia, Cina, India, Giappone, Filippine, Taiwan e le due Coree. Attraverso uno sguardo che intreccia conflitti sociali, innovazioni tecnologiche e cambiamenti culturali, con questo libro anche noi amministratori locali possiamo provare a considerare l’Asia come una fonte di possibili soluzioni o moniti per evitare errori in futuro. Ricordiamoci che non siamo isolati dal contesto mondiale, ma siamo parte attiva di un sistema interconnesso che ambisce anche a coinvolgere soprattutto i più giovani, che hanno più di altri un approccio globale alla lettura del presente».