Non mancano, come prevedibile, le reazioni alle recenti decisioni adottate dall’assemblea dei soci del Civeta sulle nomine al collegio dei revisori. Nella riunione del 9 gennaio, sono state prima ratificate le dimissioni per motivi personali della consigliera del cda Paola Valentini e, successivamente, nominato il collegio sindacale: Matteo Delle Donne, Nicola Mariotti e la stessa Valentini (che nel cda rappresentava Vasto).
Officina Cupello è fortemente critica su quanto accaduto e solleva «importanti interrogativi sulla trasparenza e sull’etica delle decisioni». «È legittimo chiedersi: è appropriato che una persona che fino a ieri prendeva parte attiva alle decisioni strategiche e gestionali dell’ente, oggi si trovi nella posizione di doverle controllare? Il passaggio dal ruolo di amministratore a quello di revisore rappresenta una dinamica potenzialmente problematica, in quanto si rischia di compromettere l’imparzialità e l’indipendenza necessarie per esercitare il controllo contabile e gestionale», si chiedono il gruppo consiliare e il coordinamento politico.
«La funzione del collegio dei revisori è cruciale per garantire la correttezza e la trasparenza delle operazioni amministrative – continua Officina Cupello – Tuttavia, se tra i revisori siede una figura che ha direttamente contribuito alle scelte e alle politiche che ora dovrebbe vigilare, il principio di separazione dei ruoli viene di fatto messo in discussione. Questo potrebbe minare la fiducia dei cittadini e delle istituzioni locali verso l’operato del Civeta».
«Sorge poi un altro dubbio: quali sono stati i criteri che hanno guidato questa nomina? È stato rispettato un processo trasparente e meritocratico, o si tratta di una decisione dettata da logiche di opportunismo o di favoritismo? La sensazione di un possibile conflitto di interessi, anche solo percepito, è un’ombra che non dovrebbe gravare su un ente di questa importanza. Il Civeta, come ogni ente pubblico, ha il dovere di agire nel massimo rispetto dei principi di trasparenza, imparzialità e buona amministrazione. Nomine come questa rischiano di compromettere l’immagine dell’ente e di alimentare dubbi sulla gestione delle risorse pubbliche».
«La comunità ha diritto a una spiegazione chiara e dettagliata su questa decisione. Solo attraverso una gestione trasparente e responsabile si potrà garantire la fiducia dei cittadini e delle istituzioni nei confronti di un sistema che deve essere al servizio della collettività. È quindi doveroso chiedersi: quali garanzie di imparzialità può offrire questa nomina, e perché si è scelto di intraprendere un percorso così ambiguo?».