I primi nodi da sciogliere in vista dell’imminente apertura del centro Amazon di San Salvo. Le grandi aspettative per gli effetti positivi dell’arrivo del polo logistico rischiano di scontrarsi con la mancata programmazione del territorio. La prima criticità è quella abitativa. Stando al cronoprogramma del colosso dell’e-commerce, nel prossimo mese di maggio termineranno gli interventi di edilizia, poi sarà ultimato l’allestimento interno e della tecnologia necessaria. Le prime spedizioni dovrebbero partire a fine agosto-settembre.
Uno dei prossimi step sarà l’entrata in servizio, a giugno, del personale trasferito da altre sedi, parte del quale dovrà formare i futuri lavoratori reclutati sul posto. Dov’è il problema? Non si trovano case da affittare. Da gennaio, i telefoni delle agenzie immobiliari sono presi d’assalto da parte di chi è in procinto di trasferirsi, così come le bacheche Facebook che grondano di richieste di affitto.
Gli appartamenti, per una serie di ragioni, non si trovano e chi a breve dovrà lavorare a San Salvo è costretto a cercare altrove, anche a svariate decine di chilometri di distanza. Ne abbiamo parlato con due agenti immobiliari che operano rispettivamente nella città che ospita il centro e a Vasto, Antonio Generoso (agenzia Nuovo Millennio e consigliere Fiaip, la federazione che riunisce i professionisti del settore) e Augusto Delle Donne (Gabetti).
«Abbiamo tantissime richieste da Palermo, Rovigo, Roma e Milano di personale Amazon in procinto di trasferirsi qui – conferma Generoso a Chiaro Quotidiano – È frustrante dover rispondere negativamente e chiedere di richiamare più avanti. Parlando con tanti colleghi posso dire che la situazione è così per tutti».
Ma perché c’è questa difficoltà? «Le cause sono diverse, una è la preferenza per i locatari di affittare a prezzi maggiori, esentasse, solo per i tre mesi estivi. L’altra è riconducibile all’esistenza di un mercato parallelo con canoni aumentati di proposito quando si viene a sapere che chi cerca casa lavorerà in Amazon, su questo ho avuto testimonianze dirette».
«La domanda è altissima, l’offerta è zero. A cercare casa sono soprattutto giovani con ruoli manageriali, raramente famiglie, che dovranno restare qui almeno un anno. Chi è venuto a dicembre è riuscito a trovare qualcosa, da gennaio le richieste sono aumentate esponenzialmente, ma non è possibile soddisfarle. Siamo riusciti a piazzare solo un paio di affitti nella zona di Costa Verde, a Montenero. C’è chi, per ripiegare, ha espresso l’intenzione di comprare nel caso di una buona offerta, ma non tutti hanno le stesse disponibilità economiche».
Infine, la necessità che le amministrazioni facciano la loro parte anche in questo aspetto della vicenda Amazon: «Stiamo vivendo un momento di grande disagio, non si fa in tempo a pubblicare un annuncio sul sito che l’appartamento viene affittato. La parte politica dovrebbe sollecitare anche una certa apertura mentale, ma prima di tutto le amministrazioni (anche quelle dell’entroterra che potrebbero avere ricadute positive da questo stallo sulla costa) dovrebbero accorgersi di questa situazione e parlarne perché finora non si è affrontato il problema».
Amazon ha dichiarato di voler creare 1000 posti a tempo indeterminato in tre anni: un obiettivo che, inevitabilmente (come successo in passato per Siv e Magneti Marelli) richiamerà anche persone da fuori regione accrescendo la dimensione del problema.
Delle Donne conferma il difficilissimo momento del mercato degli affitti, in realtà iniziato da tempo: «È un problema serio in parte già presente prima della pandemia e accentuatosi negli ultimi mesi. Le ragioni sono molteplici: i proprietari sono restii ad affittare un po’ per assenza di tutele repentine davanti a inadempienze, un po’ perché in vista dell’estate si preferiscono affitti brevi per turisti. Inoltre, c’è chi preferisce lasciare la casa vuota, in alcuni casi perché si attende la fine degli interventi del bonus 110% per vendere gli appartamenti a un prezzo maggiore senza vincoli contrattuali. Finora, siamo riusciti ad accontentare solo un paio di lavoratori Amazon: abbiamo affittato gli appartamenti addirittura prima di pubblicarli sul sito, questo per indicare quante richieste ci sono. Ne abbiamo avuto anche altre, ma non ci sono immobili per l’affitto a differenza di quelli per le vendite».
«L’amministrazione potrebbe stimolare i propri cittadini a non lasciare chiuse le proprie abitazioni proponendo incentivi in aggiunta a quelli che ci sono – conclude Delle Donne – Finora la maggiore richiesta pervenuta nelle nostre sedi è a Vasto. I due Comuni potrebbero mettersi in rete per stimolare gli affitti che dovrebbero andare di pari passo alle vendite, ma queste cose andrebbero pianificate per tempo».
E l’assenza di pianificazione presto potrebbe farsi sentire in altri ambiti, primo tra tutti la viabilità che dovrà smaltire il crescente volume di traffico.
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