Ha bisogno di un farmaco tutti i giorni, lo assume da quarant’anni, ma nei giorni scorsi gli è stato comunicato che non gli può essere prescritto più di due volte l’anno e per periodi massimi di sei settimane ognuno. Donato Cappello, finanziere in pensione, ha scritto a Chiaro Quotidiano per rivolgere un appello alla Asl Lanciano-Vasto-Chieti.
«In data 04.12.2024, il medico di famiglia mi ha comunicato, in modo repentino, che non può più prescrivermi il farmaco Rabeprazolo, se non per massimo due volte l’anno e per un periodo non superiore alle sei settimane. Sono oltre 40 anni che assumo giornalmente una compressa di Rabeprazolo tramite il Servizio sanitario nazionale per evitare ulcere e malattie varie, ne ho un bisogno assoluto. Ho provato a chiedere alla Asl 2 Abruzzo Lanciano-Vasto-Chieti l’autorizzazione al mio medico di famiglia per la prescrizione continua del farmaco Rabeprazolo, ma non ho ottenuto risposta».
«Purtroppo, in seguito all’interruzione repentina del farmaco – racconta Cappello – dal 04.12.2024 ad oggi i sintomi dovuti alle mie patologie si sono riacutizzati: gastroduodenite e reflusso gastroesofageo; ho tanto malessere e insostenibili bruciori al tratto stomaco, esofago, duodeno, laringe e denti. È vergognoso – afferma – interrompere, in modo indiscriminato, il farmaco a chi ha queste patologie; confermate dal Centro militare di medicina legale di Chieti in data 10.05.2005, il quale ha riconosciuto tale patologia come ascrivibile a causa di servizio e dal medico di famiglia in data 27.06.2005, confermato anche dalla Asl, Servizio di medicina legale in data 20.07.2005. Chiedo aiuto. Sto malissimo».