«Un caso emblematico di inefficienza gestionale e spreco delle risorse pubbliche». I consiglieri di Officina Cupello – Dario Leone, Giuliana Chioli e Roberta Boschetti – commentano così la deliberazione della Corte dei Conti che solleva numerose criticità sugli ultimi due anni del Civeta: «Il rapporto evidenzia carenze gravi nell’amministrazione, nella trasparenza e nella gestione finanziaria, gettando un’ombra sul ruolo della società a partecipazione pubblica».
Il gruppo di opposizione evidenzia le criticità principali come quella della nomina del cda, sulla quale la Corte dei Conti ha sollevato dubbi per il concomitante e frequente ricorso a incarichi esterni: «Il bilancio 2023 – scrivono i tre consiglieri – evidenzia perdite per oltre 340.000 euro, segno inequivocabile di cattiva gestione, ma la dirigenza Civeta attribuisce al cda il merito di aver riassestato il bilancio per il 2024 principalmente grazie alle royalty incassate sul riempimento della terza vasca di discarica con rifiuti extra-consortili. Ci si chiede se servano le “professionalità eterogenee” di un consiglio di amministrazione tanto affollato per riempire un buco con i rifiuti e ci si chiede se questa situazione, che danneggia il territorio di Cupello e della bassa valle del Sinello, possa ancora essere accettabile alla luce degli enormi ritardi, che facilmente possono trasformarsi in mancati risultati, accumulati sul fronte dell’ammodernamento/potenziamento dell’impiantistica dedicata al recupero».

«Le violazioni degli obblighi di trasparenza sono sistematiche – continua Officina Cupello riguardo i rilievi sulla trasparenza – La mancata pubblicazione di dati relativi agli incarichi esterni, come richiesto dal decreto legislativo 33/2013, e i ritardi nell’adeguamento della piattaforma web indicano non solo inadempienza, ma anche un approccio opaco nella gestione pubblica. Civeta ha presentato alla Corte i quadri degli affidamenti negli ultimi anni e balza agli occhi il fatto che siano quasi interamente diretti, anche per cifre di una certa rilevanza. Come se tutto fosse dettato da estrema urgenza. E non si dimentica l’affidamento della direzione al consigliere regionale non rieletto Manuele Marcovecchio, con una procedura avviata con protervia da Civeta con l’appoggio esplicito dei sindaci di Vasto e di Cupello».
«Le “misure correttive” adottate si rivelano inefficaci, basate su proiezioni di bilancio inconsistenti e piani d’azione vaghi. Le dichiarazioni di Civeta sembrano più un esercizio di retorica che una reale intenzione di riforma. I Comuni soci, invece di monitorare adeguatamente, vengono resi complici (non tutti) di un sistema che non funziona. È il momento di chiedersi: a cosa servono le società a partecipazione pubblica se non riescono a gestire le risorse pubbliche con trasparenza ed efficienza? Senza interventi drastici, il caso Civeta resterà l’ennesimo esempio di un sistema burocratico incapace di riformarsi».