Preoccupa la situazione della Tekne, posti di lavoro a rischio: l’appello alle istituzioni

Preoccupa la situazione della Tekne Spa, azienda italiana con sedi a Poggiofiorito, Ortona e un magazzino a Guastalla (Re). Nata in Abruzzo, si occupa di progettazione, produzione e allestimento di veicoli industriali, speciali e militari.

La Tekne, fino a qualche mese fa contava oltre 200 persone tra operai specializzati, ingegneri, progettisti e tecnici. È una delle poche, inoltre, che ha registrato un tasso di crescita elevatissimo in un lasso di tempo brevissimo con un portafoglio ordini già conosciuto fino ad almeno il 2035. Ma proprio questa crescita esponenziale, denuncia la Fiom, ha creato difficoltà che rischiano di minarne le fondamenta.

«L’espansione non è stata sostenuta da adeguate risorse finanziarie e da un’organizzazione per quanto esperta, non adatta ad una espansione nei mercati e a una crescita così repentina. Oggi la situazione ci consegna un’azienda che aveva oltre 200 dipendenti, dato comprensibilmente in fase calante a causa di dimissioni dovute al ritardo dell’erogazione degli stipendi che oramai è a tre mesi. L’azienda oltre ad avere difficoltà nel pagare le lavoratrici e i lavoratori non è riuscita ad onorare una parte importante degli impegni con i fornitori. Ad oggi siamo in attesa di notizie sull’erogazione di uno degli stipendi che ci aspettavamo entro il 20 novembre, a tutt’oggi non ci sono notizie e nonostante le sollecitazioni l’azienda non da informazioni in tal senso».

«Preoccupati dalla situazione, nei mesi scorsi – continua il sindacato – abbiamo aperto un tavolo presso la Regione avviando una serie di discussioni con l’assessora Magnacca, abbiamo coinvolto la Fiom Nazionale per avere un supporto e abbiamo tenuto, e continuiamo a tenere, una serie di incontri ravvicinati nel tempo con la Tekne, per monitorare costantemente la delicata situazione. Questa è una vertenza molto complessa, non parliamo di delocalizzazioni, mancanza di commesse o comunque dei consueti problemi che ci troviamo ad affrontare, è una vertenza che stiamo gestendo con una modalità che non potrebbe essere diversa, un approccio diverso, per il genere di azienda e per le attività che svolge, ci siamo trovati davanti una serie di situazioni ed equilibri che se non mantenuti, avrebbero favorito la cessazione dell’attività e/o avrebbe dato alibi ad altri che volevano arrivare a questo triste epilogo per poi lucrare sulla situazione. Abbiamo scelto con i lavoratori il percorso più difficile, soprattutto per loro».

L’azienda ha avviato la procedura volontaria della “composizione negoziata” con la nomina, da parte della Camera di commercio, di un soggetto esterno denominato “Esperto” (scelta ricaduta su un professionista di Lanciano): ha il compito di vigilare sull’operato aziendale di concerto con il tribunale, dare suggerimenti e alla fine del periodo previsto, redigere una relazione che nei fatti potrebbe anche decidere il futuro dell’azienda. Il suo documento, potrebbe decretare il fallimento dell’azienda, una procedura di concordato o la continuità.

La Fiom denuncia di non essere mai riuscita a incontrare tale figura, «nemmeno per l’avvio della discussione sulla cassa integrazione. Ad oggi, dopo quattro mesi di attività non siamo riusciti ad avere notizie del suo punto di vista, avremmo voluto chiedere anche a lui oltre che a Tekne, visto che lo prevedono le procedure, un piano di recupero delle mensilità arretrate. La Tekne in questa fase ha chiesto anche il supporto di una nota società di fama mondiale, la Deloitte. La procedura avviata dall’azienda ha una durata di 4 mesi, in questo lasso di tempo tutti i creditori, (tranne i lavoratori), non possono intraprendere azioni di recupero dei crediti vantati».

«La scadenza è ormai prossima, fra pochi giorni sarà il momento della verità, questo termine arriverà e non ci sono molte ipotesi da fare se non la continuità o la fine dell’azienda, che se dovesse verificarsi, porterebbe dietro anche la cessazione dei posti di lavoro della Tekne e dell’indotto».
Negli ultimi incontri è emerso che ci sono trattative avviate in fase di conclusione con un gruppo italiano quotato in borsa. Tale società, ricostruisce il sindacato, è stata più volte in visita a Ortona sia con i propri collaboratori che con l’amministratore delegato, questa settimana potrebbe essere quella decisiva: «Non possiamo che richiamare tutti gli attori in causa, Tekne, Deloitte, Esperto, Regione e soprattutto il ministero della Difesa, ad una forte presa di responsabilità per spingere verso la salvezza di questi posti di lavoro, la continuità della Tekne che oramai, oltre ad essere un’azienda di interesse locale, lo è fortemente diventata anche a livello nazionale».

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