«Carcere di Vasto, il governo ha già assegnato 16 unità, arriveranno altri 5 sovrintendenti»

Il governo Meloni ha già assegnato 16 poliziotti in più alla casa lavoro di Vasto, altri cinque arriveranno a breve tramite un concorso interno. Lo afferma Etelwardo Sigismondi, senatore di Fratelli d’Italia, riferendo l’esito di un’interrogazione parlamentare «riguardante la carenza di organico della polizia penitenziaria del carcere di Vasto», da cui «è emerso chiaramente – dichiara – l’impegno del governo Meloni nel ribaltare una situazione critica ereditata dai precedenti governi di centrosinistra».

Il penitenziario di Vasto

«Il governo ha, infatti, già adottato diverse iniziative per colmare i vuoti di organico presenti in numerosi istituti penitenziari italiani, aggravati negli anni dalla scarsa attenzione riservata dai governi passati. In particolare, nella Casa Lavoro di Vasto, nel luglio del 2023, l’organico degli agenti assistenti è stato incrementato di 10 nuove unità, che si aggiungono alle 6 unità assegnate in precedenza. Anche per il ruolo di sovrintendenti si sta svolgendo un concorso interno e l’amministrazione, nell’ambito di questa procedura, ha già assegnato 5 nuove unità», annuncia il parlamentare di FdI.

«Inoltre, lo scorso 22 luglio è stato avviato il 184º corso di formazione per allievi agenti, il cui termine è previsto per i prossimi mesi, e secondo le intenzioni espresse quest’oggi dal governo, nell’ambito di questa procedura di assegnazione verranno tenute in considerazione le necessità dell’istituto penitenziario vastese. Ugualmente, per il ruolo degli ispettori sono attivi corsi di formazione. In particolare, per il corso iniziato a maggio 2024 e relativo al concorso per 411 posti che si concluderà a giugno, c’è l’impegno di rispondere agli specifici bisogni della struttura di Vasto. Il governo Meloni, grazie all’impegno del sottosegretario Andrea Delmastro, sta quindi attivando numerose assunzioni e percorsi formativi, fatti che rappresentano risposte concrete per migliorare le condizioni lavorative degli agenti di polizia penitenziaria, costretti finora ad operare in condizioni difficili».

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