Per posizionare i massi davanti alla spiaggia vastese di Punta dell’Opera bisognerà prima cercare eventuali ordigni bellici. A richiedere tale attività è stata la capitaneria di porto di Vasto: il Comune dovrà procedere a una «ricognizione ferromagnetica preliminare dell’area interessata dall’intervento al fine di scongiurare la presenza di ordigni bellici».
Il mare antistante la costa vastese, d’altronde, restituisce periodicamente residuati della Seconda guerra mondiale, soprattutto nel tratto nord. Per questo motivo, bisogna evitare incidenti causati dalla presenza di bombe e proiettili inesplosi. Tale attività subacquea preliminare è stata effettuata anche a Punta Penna in vista dei lavori al porto.
La valutazione del rischio bellico è stata affidata alla Ce.Sub. srl di San Giorgio Ionico (Taranto). La ricognizione, effettuata da tecnici specializzati, consiste nella ricerca e localizzazione di eventuali masse magnetiche fino a un metro di profondità dal piano fondale attraverso rilievo magnetotermico preliminare al termine del quale sarà rilasciata un’apposita valutazione. Il costo dell’operazione è di 9.089 euro.
Il progetto per contrastare l’erosione, finanziato dalla Regione con 225mila euro, consiste nel posizionamento di 3,5 tonnellate di massi davanti alla costa per attenuare il moto ondoso. Ad aggiudicarsi la gara d’appalto è stata la Dalmar snc di Vacri.