«Marsilio, contro i motori elettrici è una sceneggiata. Lavorare sugli aiuti alle grandi imprese»

«Marsilio rappresenta gli interessi di una regione dove non si produce neanche un motore. Alla Stellantis di Atessa si fanno assemblamenti, forse lui non lo sa, non motori, e abbiamo la fortuna industriale di non essere travolti direttamente dal processo di transizione sui motori». A criticare aspramente Marco Marsilio è il presidente regionale di Italia Viva, Camillo D’Alessandro, che mette al centro della sua analisi «la crociata contro i motori elettrici».

Camillo D’Alessandro

«Marsilio – continua D’Alessandro – si sta occupando di ciò che non riguarda l’Abruzzo e si allea con il nostro principale concorrente, la Polonia, dove invece Stellantis ha realizzato un’azienda gemella alla ex Sevel di Atessa. Indagare il motivo e metterci rimedio è esattamente il nodo da affrontare, prima che sia troppo tardi. Va rovesciato il ragionamento e alla Conferenza delle regioni europee andava e va posta un’altra grande questione, e cioè l’impossibilità di accompagnare con finanziamento pubblico gli investimenti delle grandi imprese, come Stellantis, in Abruzzo, a differenza di quanto è invece possibile in Polonia dove, per questo Stellantis ha investito».

«Il regolamento 651/2014 all’Articolo 14 Aiuti a finalità regionale agli investimenti prevede, al comma 3, che nelle zone assistite che soddisfano le condizioni dell’articolo 107, paragrafo 3, lettera c), del trattato UE ( cioè la Val di Sangro), gli aiuti possono essere concessi a Pmi (piccole e medie imprese) per qualsiasi forma di investimento iniziale. Gli aiuti alle grandi imprese, invece, possono essere concessi solo per un investimento iniziale a favore di una nuova attività economica nella zona interessata. Ciò significa che le grandi imprese esistenti nelle aree 107.3.c. non possono fare investimenti assistiti da finanziamento pubblico, cosa invece che avviene ad esempio in Polonia o in altri Paesi UE. E Marsilio si allea proprio con un nostro concorrente? Cioè che ha interessi opposti ai nostri?».

«Ma lo stesso Trattato consente la modifica ove ricorrano fatti eccezionali che ne giustifichino modifiche. Cose c’è più di eccezionale del post Covid e della crisi economica che ne è derivata, della crisi energetica, dei conflitti in corso? Sono necessarie alleanze in Europa con regioni e aree di altri Paesi che si trovano nelle nostre stesse condizioni, altrimenti assisteremo lentamente al far west delle delocalizzazioni delle grandi imprese in territori assistiti da aiuti europei e regionali. La Camera dei Deputati si occupò della questione l’8 settembre del 2021 quando interrogai, proprio sulla modifica del trattato, l’allora ministro allo Sviluppo economico Giorgetti. Fu d’accordo, ma non seguì nessuna iniziativa. Del resto, l’iniziativa deve partire dalle Regioni interessate e se l’Abruzzo va facendo le sceneggiate sul motore elettrico si o no, la vedo dura».

«Già è accaduto in passato, per cui è possibile. Quando? Con il governo regionale abruzzese guidato da Antonio Falconio. L’Abruzzo uscì dall’Obiettivo 1, che erano le aree in Europa con l’assistenza del finanziamento pubblico: si passava da tutto a niente. Falconio alleò le Regioni in Europa spiegando che ciò che stava accadendo all’Abruzzo poi sarebbe accaduto anche a loro, prima o poi anche loro sarebbero uscite dall’Obiettivo 1. Da questa iniziativa, accompagnata da quella del Governo, si modificò il Trattato e si introdusse una nuova misura, l’Obiettivo 2, definita “uscita morbida”».

Marco Marsilio a Bruxelles

«Questa era la partita da giocare nella conferenza delle Regioni d’Europa: lavorare sulla modifica del Trattato, come già accaduto. E secondo Marsilio, se mai si aprirà questo dibattito, la Polonia acconsentirà alla modifica del Trattato oppure sarà la prima ostile, per i propri, interessi, a schierarsi contro? Appare ovvio che questa è la partita, nella Val di Sangro e in Abruzzo, i grandi gruppi industriali non hanno contratti di programma, né la possibilità di accedere ad altre fonti finanzianti».

«L’iniziativa di Marsilio è completamente fuori da ogni logica, una posizione sgangherata e inutile che riguarda altri siti produttivi di altre Regioni come quello di Pratola Serra (Avellino) per i motori diesel, piuttosto che Termoli per i motori a benzina, ma di sicuro non la Sevel. Anche perché il mercato del furgone Ducato elettrico praticamente non esiste. La sensazione è che Marsilio si sia mosso non per lo specifico del comparto industriale abruzzese, ma come esecutore di una posizione, tra l’ideologico ed il patetico, del Governo nazionale».

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