Si conclude con il proscioglimento la vicenda giudiziaria di una 25enne di Vasto coinvolta nel furto di un cellulare e nel successivo violento litigio avvenuto nell’estate 2021 nel centro storico. Del fatto erano accusate in concorso tre persone, di cui due minorenni.
La vicenda risale al 26 giugno 2021. Secondo l’accusa, la colluttazione era scaturita dal furto di un telefonino e la violenza fisica era stata finalizzata ad appropriarsi del telefono, che la 25enne aveva tolto dalle mani della proprietaria per poi allontanarsi. Poco dopo, la persona offesa, insieme a un amico, aveva raggiunto la ragazza per farsi restituire il telefonino, ma era stata colpita con calci e pugni dall’imputata e da due minorenni. La donna aveva riportato la frattura delle ossa nasali, curata dai medici dell’ospedale di Vasto, che l’hanno dimessa con una prognosi di 30 giorni, mentre l’amico aveva subito un trauma contusivo a una gamba giudicato guaribile in sette giorni. Rapina aggravata e lesioni: questi i reati ipotizzati nei confronti dell’imputata, mentre i due minorenni sono stati deferiti alla procura minorile dell’Aquila.
Il difensore della 25enne, l’avvocato Francesco Bitritto, ha svolto «indagini difensive sui telefoni, l’escussione di un testimone e acquisito la copia delle chiamate pervenute al 112 per ricostruire meglio i fatti», afferma il legale. «Emergeva che il telefono veniva restituito ma, nonostante questo, iniziava un parapiglia di schiaffi e spintoni. L’imputata veniva colpita al volto da persona rimasta ignota e sbatteva la testa a terra, rimanendo così svenuta per poi essere soccorsa da due persone».
Ieri l’udienza dinanzi al giudice monocratico del tribunale di Vasto, Anna Rosa Capuozzo. La pubblica accusa, rappresentata da pm Vincenzo Chirico, ha chiesto la condanna dell’imputata a 3 anni e 6 mesi di reclusione e 600 euro di multa per rapina aggrava e lesioni. La difesa ha, invece, chiesto l’assoluzione. La giudice ha riqualificato il fatto come furto aggravato dalla destrezza, reato perseguibile su querela della parte offesa. Querela che non è stata presentata perché l’iniziale accusa di rapina era perseguibile d’ufficio (quindi senza querela) ed era stata segnalata all’autorità giudiziaria tramite una denuncia. Di conseguenza, l’improcedibilità nei confronti della 25enne e la sentenza di proscioglimento.
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