Una prima edizione dai riscontri positivi. Il primo Val di Sangro Expò, tenutosi dal 26 al 29 settembre nella zona industriale di Atessa, ha fatto registrare oltre 30mila visitatori raccogliendo la partecipazione delle maggiori aziende dell’automotive, industrie piccole e medie, agricoltori, commercianti, operatori del terzo settore. I tre giorni sono stati caratterizzati da dibattiti e momenti di approfondimento sulle tematiche dell’economia e del lavoro.
Entusiasta il sindaco di Atessa, Giulio Borrelli, che negli incontri ha continuato a sottolineare le difficoltà del settore trainante dell’economia della Val di Sangro, l’automotive: «C’è una crisi oggi dell’automotive, di Stellantis che è il “core business” di questa valle, una crisi che non sappiamo fino a che punto sia solo congiunturale, come sostiene l’amministratore delegato di Stellantis. Non siamo catastrofisti, lo abbiamo detto, ma il calo di produzione, il dimezzamento dei veicoli che escono oggi dalla ex Sevel rispetto a prima, destano una giustificata preoccupazione, anche per tutte le ripercussioni sull’indotto, su altre attività industriali e commerciali, sui posti di lavoro. Qui ci sono 22mila posti di lavoro, ci sono 22mila lavoratori, 22mila famiglie».
«Noi, in queste giornate, abbiamo dialogato con esponenti di rilievo regionali e nazionali dei partiti che oggi governano la regione e l’italia. Tutti hanno elogiato il Val di Sangro Expò. C’è stata larga condivisione con le cose che abbiamo detto in questa esposizione. Io ho parlato, in questi padiglioni, con tanti imprenditori (grandi e piccoli) che mi hanno rappresentato di nuovo le loro istanze e le loro esigenze. Tutto questo non può finire con questa esposizione. Non è stata una passerella per esponenti politici. Delle cose dette, va fatto tesoro. I problemi sollevati, molti dei quali conosciuti da tempo, devono trovare finalmente sollecita e concreta soluzione utilizzando meglio anche i fondi europei che oggi sono disponibili».
«Cerchiamo, dunque, di recuperare i ritardi di decenni passati e di questi ultimi anni. I tempi sono cambiati, i mercati globali incalzano. Occorrono decisioni rapide e concrete. La Val di Sangro e l’Abruzzo hanno la possibilità di fronteggiare le nuove sfide se abbandoniamo le incomprensioni, le giustificazioni che non reggono alla verifica dei fatti, e se uniamo le forze (industriali, operaie, agricole, commerciali, intellettuali, sociali) per far emergere il meglio della capacità ideativa, produttiva, lavorativa, che tutti insieme sappiamo esprimere e possiamo esprimere».