Grande successo ieri sera a Lanciano per l’appuntamento organizzato dall’associazione “Il Caffè Letterario… e non solo” con il celebre giornalista e scrittore Paolo Mieli: l’ex direttore del Corriere della Sera ed attuale uomo di punta di Rai Storia ha incantato il folto pubblico presente al teatro Fenaroli, raccontando, nella sua inconfondibile maniera, le tante cancellature, revisioni e mistificazioni che dagli albori, fino alla cronaca più recente, hanno interessato e continuano a condizionare la vita non solo dei più grandi personaggi storici ma anche dei normali cittadini che sono spesso protagonisti inconsapevoli dei principali avvenimenti dell’umanità.
Il “Tribunale della Storia”, questo il nome dell’ultima fatica editoriale del giornalista, è un lungo viaggio a ritroso che scavando tra le vite di personaggi come Gesù, Fidel Castro, Mussolini e Vittorio Emanuele III (solo per citarne alcuni) ci spinge ad una rivisitazione dei fatti e delle vicende storiche. Un processo «vero, necessario e prezioso – come afferma lo stesso Mieli – contro ogni tipo di falsificazione in nome di un consesso simile ad un tribunale, che nell’era contemporanea è sempre riunito per giudicare con il senno di poi, ma spesso con poca lucidità avvenimenti spesso lontani e per questo difficili da valutare con obiettività».
Ad introdurre e presentare il noto ospite erano presenti la dottoressa Brigida Cristallo ed il giornalista e storico abruzzese, Nicola Mastronardi: «la storia viene troppo spesso ed incondizionatamente rivoluzionata – ha affermato Mieli – azzerando le nostre certezze e tentando di applicare all’analisi dei fatti un metodo revisionista e poco corretto che io chiamo “giudiziario”. Fatti e vicende inizialmente chiari e quasi scontati vengono spesso stravolti non senza prese di posizione e ragionamenti faziosi, che nulla hanno a che fare con il mestiere dello storico».
Del resto è cosa risaputa che “la storia viene scritta dai vincitori” e Mieli, con l’acume e la brillantezza del divulgatore, non si tira indietro nell’applicare questo celebre ma ancora valido detto anche ai fatti più recenti: uno su tutti quello della guerra in Ucraina. «Da uomo e da membro di una società civile non posso che condannare l’aggressione russa – afferma senza mezzi termini – ma quella che oggi è cronaca, seppur terribile, tra qualche anno diventerà storia portando con sé nuovi spunti, orizzonti e modi di pensare che se oggi ci appaiono scontati se non addirittura banali, in un futuro neanche troppo lontano potrebbero non esserlo più».