«L’errore dell’uomo sta nel cercare conferme nella storia per scelte che ha già deciso di portare avanti autonomamente. Si impara dalla storia, invece, quando si capovolge e si cerca di trovare dell’altro». Così il giornalista e storico Paolo Mieli ha parlato ai giornalisti nell’incontro tenuto prima della conferenza in cui, in un teatro Fenaroli sold out, ha presentato il suo libro “Il tribunale della storia – Processo alle falsificazioni”.
«Qui non parliamo di fake news ma di mistificazioni involontarie, di cui sono inermi spettatori anche gli studenti sui libri di storia. – spiega Mieli – Ad esempio, oggi, la guerra in Ucraina ha degli invasori, che sono i russi; e poi c’è un popolo invaso che sta subendo le tragiche conseguenze del caso. Per questo motivo – prosegue – è giusto inviare armi agli ucraini e provare a pareggiare la loro situazione con quella dei russi, in ogni modo».
Ma tra molti anni, cosa ci dirà il tribunale della storia di quello che sta accadendo oggi sotto i nostri occhi? «La storia la scrivono i vincitori, si sa – conclude Mieli – e gli ucraini, oltre al danno che stanno subendo oggi, potrebbero avere anche la beffa di passare poi per cattivi. Ma quello che senz’altro si dirà è che questa in Ucraina è la prima grande guerra del terzo millennio, la più importante per le conseguenze che inevitabilmente porta con sé, ma le mistificazioni restano insite nella storia».