Respinto il ricorso, Di Florio resta sindaca: «L’onestà ha vinto due volte»

Non cambia il risultato delle elezioni comunali di Cupello: Graziana Di Florio resta sindaca. La sezione di Pescara del Tribunale amministrativo regionale ha respinto il ricorso di Officina Cupello, la lista civica di centrosinistra che ha contestato l’esito dello scrutinio, terminato con soli 34 voti di differenza tra la prima cittadina, confermata per il secondo mandato, e lo sfidante Dario Leone. Il 18 luglio scorso era stata la stessa lista civica di maggioranza, Semplicemente Cupello, a diffondere la notizia dell’azione legale intentata dagli avversari [LEGGI]. I ricorrenti avevano precisato, il giorno stesso, di aver chiesto il riconteggio di 44 schede annullate a Officina Cupello [LEGGI], ritenendo necessaria una verifica perché era minimo lo scarto tra i due candidati sindaci più votati, mentre più ampio era stato il divario con Marco Antenucci di Cupello democratica.

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«Il Tribunale Amministrativo Regionale per l’Abruzzo sezione staccata di Pescara (Sezione Prima), definitivamente pronunciando sul ricorso di Officina Cupello, lo dichiara irricevibile per tardività», scrive sul suo profilo Facebook il vicesindaco, Oreste Di Francesco. «Il caso è chiuso», poi ringrazia l’avvocato Andrea Filippini, che ha rappresentato Semplicemente Cupello davanti al collegio giudicante, composto dal presidente, Paolo Passoni, dal consigliere Massimiliano Balloriani e dal primo referendario Giovanni Giardino.

«Chi ha in testa il potere cerca di respingere il “potere”»: così, sul suo profilo Facebook, Di Florio annuncia e commenta la decisione dei giudici amministrativi. «Oggi, il Tar si è espresso, respingendo il ricorso elettorale di Officina Cupello. «Oggi, non ha vinto due volte la lista “Semplicemente Cupello”. Oggi, hanno vinto due volte l’onestà di chi ha partecipato alle procedure elettorali e, soprattutto, la volontà dei cittadini. Avanti a testa alta, sperando che la vita amministrativa diventi centrale rispetto ad alcune faccende politiche che ritardano e fanno ritardare l’obiettivo comune: il bene dei nostri cittadini».

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