Il Festival del Carciofo finisce al centro di un esposto. A presentarlo sono stati i membri di Officina Cupello che puntano la lente sull’aspetto economico e sulla rendicontazione (necessaria per ottenere fondi pubblici) della manifestazione.
«Siamo ormai giunti all’autunno e ancora nulla abbiamo ricavato sul piano della trasparenza riguardo al Festival del Carciofo – scrivono i consiglieri di Officina Cupello – Abbiamo richiesto a fine maggio, per il tramite dell’accesso agli atti, il rendiconto del Festival del Carciofo 2024 che ha ottenuto denaro pubblico. Una prima parte già liquidata è pari a 30mila euro, ovvero il 50% in acconto e il restante al termine dell’iniziativa, previa presentazione del rendiconto. Tuttavia, l’art. 19 del Regolamento Comunale per la concessione di contributi e altri vantaggi economici a enti, associazioni ed organismi vari, approvato dal consiglio comunale con deliberazione n. 3 del 02/02/2023, impone la presentazione di tale rendicontazione entro 60 giorni dal termine dell’evento. Ad ora, non vi è alcuna documentazione a riguardo se non lo spiacevole balletto dello scaricabarile tra amministrazione comunale e comitato festival che informalmente pur di guadagnare tempo rimandano, di volta in volta, tale esibizione contabile malgrado siano scaduti i termini. L’approssimazione con la quale si gestisce nella totale assenza di trasparenza l’evento popolare e più importante per la nostra comunità, ci spinge inevitabilmente a fare luce su tutto ciò che vi è di opaco e poco chiaro. Ancora una volta non ci è dato sapere quanto denaro è entrato, quanto ne è uscito e quanto vi è rimasto, pur in presenza di obblighi normativi dettati dalla Regione, pur avendo già acquisito 30mila euro di fondi pubblici».
L’esposto è stato presentato nei giorni scorsi alla Corte dei Conti, al prefetto e al presidente della Regione per le verifiche del caso. «Certo è, senza grandi margini interpretativi, che passati i sessanta giorni, il rendiconto è ormai tardivo e dunque ci aspettiamo che si eserciti quanto la normativa asserisce e dunque la restituzione di quanto già ottenuto e la fuoriuscita del Comitato festival da qualsivoglia accesso ai fondi pubblici in questione».
«Abbiamo – conclude Officina Cupello – altresì già interrogato il sindaco sulla natura e sull’opportunità stessa della formula del Comitato come strumento di organizzazione e direzione totale di un evento così simbolico per Cupello. Una formula giuridica priva del benché minimo consulto democratico che vede al suo interno una sola ed esclusiva porzione del paese. Una porzione libera di escludere e di includere, nella piena arbitrarietà, chiunque. Officina Cupello si batterà per un Festival trasparente, inclusivo, autenticamente democratico».