Questa mattina due attivisti della campagna Per il clima, fuori dal fossile, Mario Pizzola e Alba Silvani, si sono incatenati al cancello d’ingresso del cantiere Snam di Case Pente a Sulmona. Qui sono partite le attività propedeutiche alla costruzione della centrale di compressione a supporto del nuovo gasdotto Linea Adriatica, opera che è stata fortemente contestata dalla popolazione nel corso degli anni.
«La nostra vuole essere una azione di “obbedienza” civile nonviolenta – hanno dichiarato gli attivisti – per denunciare la folle scelta, avallata dal governo, di costruire due nuovi e dannosi impianti fossili che andranno ad aggravare il cambiamento climatico. La centrale e il metanodotto Linea Adriatica, da Sulmona a Minerbio, sono due infrastrutture totalmente inutili e dannose perché il consumo di metano in Italia è crollato. Si calcola che per l’interramento del gasdotto dovranno essere eliminati ben due milioni di alberi. Violando apertamente il principio di precauzione, il metanodotto e la centrale, già di per sé pericolosi, andranno ad aumentare i rischi per le popolazioni locali, insistendo in aree ad altissima sismicità».
“Abbiamo compiuto questa azione nonviolenta e siamo pronti a continuare a lottare, così come abbiamo fatto per oltre 16 anni, per lanciare un chiaro messaggio – concludono Mario Pizzola e Alba Silvani – : il nostro non è un territorio di sacrificio per i meschini interessi delle multinazionali del fossile».
Aspettando i giovani….campa cavallo.