Una figura da erigere a modello di vita. Sacrificio, perseveranza e duro lavoro, dogmi imprescindibili per essere persone migliori nella vita e ottimi atleti nello sport per andare incontro al famoso sogno nel cassetto da trasformare in realtà.
Marco Olmo, ultramaratoneta di Alba, è proprio una di quelle figure da imitare e anche da ammirare vista la sua esistenza lontana da logiche del denaro, delle mode e dell’apparire, andando completamente a contrasto con il mondo che oggi ci circonda.
Parliamo di un ultramaratoneta, oggi all’alba dei settantasei anni (da compiere a ottobre) che per due anni consecutivi, nel 2006 e 2007, si è laureato Campione del Mondo della Ultra Trail du Mont Blanc (167 km di corsa sul Monte Bianco tra Italia, Francia e Svizzera con quasi 9000 metri di dislivello).
Parliamo di un atleta amatoriale (termine riduttivo visti i risultati) che non ha mai abbandonato il suo posto di lavoro in fabbrica e, senza l’aiuto di staff medico e preparatore atletico, ha collezionato un palmares unico al mondo. Alla base una alimentazione vegetariana, tra le tante ultramaratone affrontate in carriera, ha vinto la Desert Marathon nel deserto libico (126km) per tre anni consecutivi, la Desert Cup in Giordania (170 km) per quattro anni consecutivi, la Gran Raid du Cro-Magnon per ben sei volte (104 km) e per 20 anni consecutivi ha preso parte alla Marathon des Sables 240 km di corsa nel deserto del Marocco.
Su di lui i registi Paolo Casalis e Stefano Scarafia, nel 2009, hanno deciso di realizzare un docufilm, dal titolo “Il Corridore” che, sabato 31 agosto, alle ore 20, arriverà a Vasto per la prima volta nella sala della “Città del Cinema”. “Filosofie e corse di vita”, evento organizzato dall’Asd Atletica Vasto con il patrocinio del Comune di Vasto, dopo la proiezione ci sarà il dibattito con Marco Olmo, protagonista della serata, che racconterà la sua straordinaria passione per la corsa nelle lunghissime distanze.
