I mesti rintocchi della seicentesca torre campanaria, hanno accompagnato questa mattina le commemorazioni organizzate per ricordare una delle pagine più nere della storia contemporanea frentana: il terribile bombardamento che la mattina del 20 aprile 1944, sul finire della Seconda Guerra Mondiale, colpì il centro cittadino ed in particolare piazza Plebiscito portandosi via tantissime vite di cittadini oltre che dei numerosi militari delle forze angloamericane che in quei giorni occupavano la città di Lanciano: quella triste mattina uno stuka, mezzo aereo della Luftwaffe tedesca sganciò vigliaccamente sulla città un ordigno che causò la morte di decine e decine tra anziani, donne, bambini e soldati. A tenere viva la memoria di quell’evento erano presenti dinanzi alla targa commemorativa, Mario Salvitti esperto di storia militare, ed i membri di numerose associazioni d’arma e combattentistiche tra cui l’Anpi, l’Associazione Nazionale Forestali, l’Associazione Nazionale Combattenti, e quella delle Vittime Civili di Guerra.
A rappresentare la città sono intervenuti monsignor Emidio Cipollone, arcivescovo della Diocesi di Lanciano – Ortona, il sindaco Filippo Paolini accompagnato dagli assessori Danilo Ranieri e Maria Ida Troilo mentre non è mancata la vicinanza dei comuni limitrofi di Fossacesia, Poggiofiorito e Frisa. Particolarmente significativa è stata inoltre la presenza degli studenti del Canadian College che sono giunti in piazza portando in mano le bandiere italiana e canadese: un gesto questo molto significativo che ricorda il sacrificio non solo dei cittadini lancianesi ma anche di numerosi giovani soldati delle forze del Commonwealth.
Immancabile è stato, nelle parole del primo cittadino e dell’arcivescovo, lo stretto parallelismo che collega la commemorazione odierna con i tristi fatti di cronaca ed attualità che riguardano il terribile conflitto in atto in Ucraina «Il bombardamento dell’aprile 1944 fa parte della nostra memoria condivisa: il ricordo, soprattutto nei giorni in cui i venti di guerra sono tornati a farsi sentire con forza vicino alle nostre case, deve essere mantenuto vivo in una prospettiva comune di pace che metta il valore della libertà tra quelli più sacri da difendere: la guerra non è mai la soluzione ed allora come oggi resta il gesto sacrilego ed offensivo per eccellenza».