Da poco più di un mese è attiva a Furci la sezione dell’Archeoclub. L’associazione è nata dall’idea da alcuni professionisti del posto che intendono avviare un percorso di riscoperta e valorizzazione della storia locale.
A presiedere l’associazione c’è la presidente Giuseppina Mazzella, archeologa, coadiuvata da un direttivo dalle variegate professionalità – nel settore della grafica e comunicazione visiva, giornalisti, imprenditori ecc. – e composto da Ettore Gobbato, Silvio Di Pasquale, Gianluca Benedetti, Claudio Giuliani, Angelo Di Michele ed Elena Spagnoli.
Un’associazione, quindi, si è costituita «per ricostruire la storia del nostro paese, delle sue vicissitudini e di tutti quegli aspetti di vita che si sono persi nell’evolversi della società – spiegano – Quello che desideriamo fare è un lavoro scientifico, basato su dati verificabili, un metodo che sappia distinguere tra storia e leggenda e che fornisca tante nuove informazioni verificate sul passato di Furci. Cercheremo di dare risposte ai quesiti sulle origini del paese e sulle tante vestigia che ancora sono reperibili nel nostro territorio, tanto per fare degli esempi: la Torre, le mura “saracene”, la tana dei banditi, le presenze romane, i ruderi di vecchie chiese. Ma anche un lavoro di ricostruzione di eventi drammatici come la frana del 1935. Il nostro sguardo cadrà anche sul recupero delle tradizioni popolari e sulle abitudini enogastronomiche di una volta, legate ad un’economia di sussistenza e di conservazione, perse nel tempo».
Tra le prime iniziative nell’archivio della giovanissima realtà c’è proprio la riscoperta di una tradizione molto antica, quella dell’acqua di San Giovanni con la passeggiata alla Piana del Lago per la raccolta dei fiori necessari alla sua preparazione.
Non mancheranno progetti più complessi. Per ricostruire l’antica storia del paese, ad esempio, dall’archivio di Napoli, è arrivato il catasto onciario del 1743 che potrà fornire tante preziose informazioni documentate.
«Elaboreremo progetti da presentare al finanziamento di istituzioni regionali, nazionali ed europee e per realizzarli ci avvarremo di prestigiose collaborazioni scientifiche – dicono dall’associazione – Ma il nostro non sarà solo un lavoro teorico, cercheremo di divulgare le conoscenze e di realizzare azioni pratiche come il ripristino dell’accesso a sentieri che portano a luoghi sacri, a fontanili e altre località interessanti. Come abbiamo fatto il 24 giugno nella rievocazione dell’acqua di San Giovanni».
«Il nostro Archeoclub si rivolge a chiunque vorrà aiutarci, residente a Furci e non: dalla preziosissima memoria degli anziani, al volontariato per la realizzazione delle nostre iniziative. Organizzeremo anche momenti di convivialità per far conoscere il risultato delle nostre ricerche. L’adesione all’Archeoclub è libera e aperta a tutti quelli che intendono sostenerci, magari solo finanziariamente, come soci sostenitori. Non ci occuperemo solo di passato, ma cercheremo di proporre al Comune interventi che possano rendere ancora più bello il nostro paese: perché conoscere il passato significa preservare e costruire la nostra identità futura».
Tra le prossime iniziative già in programma c’è quella di venerdì 9 agosto nel centro storico di Furci, una rievocazione in costume delle vicende del brigante Pomponio: «Dalle 19,30 nel borgo vecchio ci saranno dicitori che racconteranno gli eventi, attori e comparse nelle ricostruzioni, musiche ispirate al tema, cibo e bevande».