«A un mese dall’esito del voto, il sindaco non ha ancora attribuito le deleghe agli assessori. Mai si era assistito a un ritardo di questo genere, perpetrato peraltro, sulla “base di partenza”. Le spaccature mal celate nella maggioranza sono ormai un dato di fatto». Tempi lunghi che, secondo Officina Cupello, denotano divisioni interne alla coalizione di Graziana Di Florio, confermata sindaca alle elezioni del 9 giugno. «Ciò tuttavia determina uno slittamento inaccettabile della composizione delle commissioni consiliari e quindi la sostanziale estromissione dell’opposizione dalla vita dell’aministrazione comunale», protestano Dario Leone, Giuliana Chioli e Roberta Boschetti.
«Non sfugge l’urgenza di dare il via al processo democratico istituzionale, non solo per le aberranti condizioni economico-finanziarie dell’Ente, ma in particolare per quel che accade nel Civeta, sul quale si tenta di far calare il sipario mentre lentamente si consuma lo sperpero a danno dei cittadini e si programma scientificamente un declino mascherato da “rilancio”. Evidentemente – commentano i tre consiglieri comunali – vi sono dei ritardi utili a evitare l’assunzione di responsabilità su decisioni cruciali per il territorio, che in realtà nessuno vuole assumersi. Dopo aver assistito all’elezione del vicepresidente del Consiglio – spettante all’opposizione – votato dittatorialmente dalla maggioranza, dopo essere da settimane in attesa dell’autorizzazione del sindaco per l’utilizzo di uno spazio interno al Palazzo Comunale, oggi siamo ancora senza deleghe agli assessori e dunque senza le relative commissioni consiliari. Officina Cupello, unica e sola opposizione a questo malato sistema di potere, è fattivamente estromessa dalla vita amministrativa del Comune. Un ostruzionismo antidemocratico e trasversalmente consociativo, che amplia la frattura di un paese elettoralmente spaccato a metà che avrebbe al contrario bisogno di tutt’altro comportamento politico da parte di chi governa.
Lanciamo – concludono Leone, Chioli e Boschetti – un allarme democratico a tutto il territorio contro il sistema di potere dominante e il manipolo consociativo che ne è parte».