Al Vasto d’autore Festival platea piena per Stefania Andreoli, la psicoterapeuta dell’amore sano

I sentimenti al centro del Vasto d’autore Festival. «Spesso si ama per bisogno ma, quando si ama per bisogno, poi ci si lascia», dice Stefania Andreoli, la psicoterapeuta e autrice di una trentina di libri sulla salute delle relazioni, seguitissima da centinaia di migliaia di follower sui social network.

Stefania Andreoli al Vasto d’autore Festival (foto di Costanzo D’Angelo)

Nella terza serata dell’evento organizzato da Angelozzi comunicazione e presentata da Paola Cerella, la scrittrice dialoga con Michela Cortini, docente dell’Università d’Annunzio di Chieti, e lo psicoterapeuta Giovanni Ruggiero, parla della sua ultima fatica letteraria: Io, te, l’amore. Vivere le relazioni nell’era del narcisismo, dato alle stampe quest’anno da Rizzoli. “Un libro che, più che dell’amore, parla degli amori: ognuno vive il sio. I social media dicono come debba essere fatto l’amore che hai tu, abbiamo perso la dimensione dell’amore.

Amore per il partner e amore familiare

«Penso che l’amore sia un agente virale che entra e increspa l’equilibrio, un elemento di tossicità da non confondere con le relazioni tossiche. L’amore nasce da un piccolo trauma e mi infetta, perché porta l’alterità, porta il te dentro di me».

Amore non solo tra partner, ma anche familiare: «Essere troppo presente nella vita dei nostri figli è un po’ una perversione. Siamo una generazione di genitori che accompagnano i figli all’orale dell’esame di maturità e assistono all’esame. Ho visto genitori coi palloncini nell’aula che scoppiano mentre i figli stanno sostenendo l’esame. Sono gli stessi genitori che, tre mesi dopo, accompagneranno i figli al test di ammissione all’università, coi ragazzi che sono anche felici e, forse, l’hanno chiesto loro». Ormai «abbiamo genitori avatar che ci sono sui social, all’esame di maturità, ma poi al bambino di 11 mesi danno il cellulare. Abbiamo smesso di essere autenticamente presenti, emotivamente presenti».

Corpo e amore

Nella società attuale «il corpo è più soggetto del soggetto». In molti casi «o accade qualcosa di iperprecoce alla scuola media, oppure non succede nulla. Secondo i dai europei» è alta la percentuale di «maggiorenni che non ha mai avuto una relazione». Il corpo: «Non si parla d’altro, dicendo che vanno bene tutti i corpi, ma così stai dicendo che ci sono corpi meglio di altri». «Ci siamo fatti prendere talmente la mano, che il sesso è ovunque», nei programmi televisivi, sui manifesti pubblicitari, per fare solo qualche esempio, ma «tutto è sesso tranne il sesso», tant’è che «i giovani adolescenti oggi trasgrediscono astenendosi dal sesso». «Amore è darsi appuntamento a domani e presentarsi: quella lì è la fiducia. L’opposto della fiducia è l’abbandono. L’abbandono è l’unica emozione che provoca dolore fisico. L’esperienza opposta a quella abbandonica è la costruzione della fiducia. Ci diamo appuntamento a domani e ho fiducia che tu venga, al netto del fatto che tu venga o no, oppure che venga qualcun altro. E se non viene nessuno, io ci sono stato».

Galleria fotografica a cura di Costanzo D’Angelo

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