Lunedì, durante l’assemblea di San Buono, era stato annunciato in dirittura di arrivo e così è stato: ieri è stato pubblicato in Gazzetta ufficiale il decreto per la “Disciplina per l’individuazione di superfici e aree idonee per l’installazione di impianti a fonti rinnovabili”, o, semplicemente “Decreto Aree idonee”.
Tale decreto del 21 giugno demanda alle Regioni l’individuazione delle aree idonee per la realizzazione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili entro 180 giorni dalla pubblicazione. Le aree individuate dovranno ospitare quindi i progetti per raggiungere gli obiettivi che Regioni e Province autonome si sono prefissati; l’Abruzzo ha sottoscritto la ripartizione impegnandosi a raggiungere una produzione aggiuntiva annua di 2,1 GW (2.092 MW per la precisione) entro il 2030. In totale, l’Italia mira a raggiungere entro il 2030 la produzione annua aggiuntiva di 80 GW.
Gli obiettivi del decreto
Innanzitutto, l’atto legislativo individua «la ripartizione fra le Regioni e le Province autonome dell’obiettivo nazionale al 2030 di una potenza aggiuntiva pari a 80 GW da fonti rinnovabili rispetto al 31 dicembre 2020, necessaria per raggiungere gli obiettivi fissati dal Pniec (Piano Energia e Clima, ndr) e rispondere ai nuovi obiettivi derivanti dall’attuazione del pacchetto «Fit for 55», anche alla luce del pacchetto «Repower UE».
Inoltre, stabilisce «principi e criteri omogenei per l’individuazione da parte delle Regioni delle superfici e delle aree idonee e non idonee all’installazione di impianti a fonti rinnovabili funzionali al raggiungimento degli obiettivi di cui alla lettera a), in linea con il principio della neutralità tecnologica».
Nel decreto si legge, poi, «Le regioni, garantendo l’opportuno coinvolgimento degli enti locali, individuano sul rispettivo territorio:
a) superfici e aree idonee: le aree in cui è previsto un iter accelerato ed agevolato per la costruzione ed esercizio degli impianti a fonti rinnovabili e delle infrastrutture connesse secondo le disposizioni vigenti di cui all’art. 22 del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199;
b) superfici e aree non idonee: aree e siti le cui caratteristiche sono incompatibili con l’installazione di specifiche tipologie di impianti secondo le modalità stabilite dal paragrafo 17 e dall’allegato 3 delle linee guida emanate con decreto del ministero dello Sviluppo economico 10 settembre 2010, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale 18 settembre 2010, n. 219 e successive modifiche e integrazioni;
c) superfici e aree ordinarie: sono le superfici e le aree diverse da quelle delle lettere a) e b) e nelle quali si applicano i regimi autorizzativi ordinari di cui al decreto legislativo n. 28 del 2011 e successive modifiche e integrazioni;
d) aree in cui è vietata l’installazione di impianti fotovoltaici con moduli collocati a terra: le aree agricole per le quali vige il divieto di installazione di impianti fotovoltaici con moduli a terra ai sensi dell’art. 20, comma 1-bis, del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199.
Le richieste dall’assemblea di San Buono
L’affollata assemblea tenutasi due giorni fa a San Buono confida sul citato passaggio «garantendo l’opportuno coinvolgimento degli enti locali», aspetto totalmente ignorato dalla pioggia di progetti eolici e agrivoltaici piovuta sul Vastese. Il sindaco di Palmoli Giuseppe Masciulli ha espressamente chiesto la sospensione dei progetti in itinere in attesa della pianificazione da parte della Regione, ora chiamata ufficialmente al compito dal citato decreto. L’appello di Masciulli aveva incontrato l’intenzione favorevole dell’assessora regionale Tiziana Magnacca che si è detta pronta a portare le richieste in giunta.