Aula consigliare gremita ieri a Cupello per l’inizio del Di Florio bis. Si è insediato nel tardo pomeriggio il rinnovato consiglio comunale uscito dalle urne dell’8 e 9 giugno. La nuova assise civica è così formata: Oreste Di Francesco, Filippo Sammartino, Valentina Fitti, Rossano Menna, Angela Antenucci, Rossella Di Francesco, Nicola Scutti, Filippo D’Angelo per Semplicemente Cupello; Dario Leone, Giuliana Chioli e Roberta Boschetti per Officina Cupello e Marco Antenucci per Cupello nel cuore. I primi quattro – Di Francesco, Sammartino, Fitti e Menna – sono stati nominati in giunta dalla sindaca Graziana Di Florio.
La seduta è stata aperta dalla sindaca. Prima del giuramento, gli interventi degli esponenti di minoranza a partire dal candidato sindaco di Officina Cupello, Leone, che ha annunciato un’opposizione rigorosa su ogni punto esortando Di Florio e tutta la maggioranza a tenere conto «di un paese spaccato a metà», concetto rilanciato anche da Chioli e Boschetti, e quindi «a tenere in debita considerazione le proposte di questa parte lontana solo 34 voti».
Le prime richieste, a proposito, non sono tardate: Leone ha chiesto che tutti i consiglieri alleghino ai documenti della prossima seduta il proprio certificato di regolarità tributaria nei confronti del Comune. Una richiesta motivata dall’alto tasso di evasione registrato e dalla necessità di essere da esempio. Inoltre, il gruppo di Officina Cupello ha chiesto l’uso di una stanza del municipio dove poter ricevere i cittadini e conservare la documentazione prodotta.
Un lungo applauso ha salutato il giuramento della sindaca che poi ha comunicato la giunta. Oltre al ruolo di vicesindaco per Di Francesco, non sono state ancora rese note le deleghe che «saranno conferite a breve». Nella prossima seduta dovrebbero essere comunicate anche eventuali surroghe che permetteranno ai non eletti di rientrare.
«È un grande onore, insieme a una grande emozione, assumere nuovamente la carica di Sindaco del Comune di Cupello – ha detto Di Florio – Oggi cominciamo un nuovo mandato amministrativo con esperienza acquisita e valorizzata. Ci impegneremo al massimo per completare i progetti già iniziati e per portare nuovi risultati in favore della nostra Comunità. È finito il tempo delle analisi politiche del voto dobbiamo metterci al lavoro. Auspico la collaborazione e la cooperazione di tutti. A voi consiglieri di maggioranza chiedo fiducia, la chiedo anche voi opposizioni nella speranza che sappiate andare oltre l’esito elettorale».
Tra i temi di questo primo consiglio comunale, e dei prossimi, c’è sicuramente la frizione tra le due componenti della minoranza. Antenucci (Cupello nel cuore) ha condiviso l’appello rivolto alla maggioranza all’ascolto delle istanze dai banchi dell’opposizione, ma ha anche aggiunto, prima del voto per i rappresentanti delle varie commissioni, «l’impossibilità di giungere a un accordo con gli altri componenti della minoranza».
Tali frizioni sono riemerse dopo il voto per la vicepresidenza del consiglio comunale. La maggioranza ha votato per l’ex assessora Angela Antenucci per la presidenza (anche qui, almeno all’apparenza, è stato rispettato il criterio del numero di preferenze ottenute alle elezioni), per le opposizioni i due candidati erano Roberta Boschetti e Marco Antenucci. Grazie al voto dei consiglieri di maggioranza, Antenucci è stato eletto vicepresidente dell’assise civica.
Tale circostanza ha provocato la reazione di Leone che dopo il consiglio ha affermato: «È la prima volta che il vicepresidente del consiglio comunale, figura democraticamente attribuita all’opposizione, sia stata scelta dalla maggioranza che ha radicalmente ignorato l’indicazione del nostro gruppo consiliare che conta il 41,7% degli elettori cupellesi. Mai era accaduta una indecenza consociativa tanto oscena dato che in tutte le precedenti elezioni, le maggioranze si sono sempre astenute per consentire all’opposizione di scegliere legittimamente il proprio consigliere da designare a tale ruolo. Prendiamo atto che oggi vi è la manifesta certificazione che siamo davanti a due facce della stessa medaglia indossata dallo stesso sistema di potere al quale daremo battaglia con tutti gli strumenti democratici possibili».