Francesca Reggiani tra realtà, reality e imitazioni: «Cristina D’Avena mi ha tolto il saluto»

Risate di gusto e ironia amara. Leggerezza e profondità. Le imitazioni del passato e quelle attuali. La tv «con lo schermo sempre più piatto perché dentro non c’è niente». Francesca Reggiani sabato si è raccontata al Vasto d’autore Festival, nella seconda serata d’anteprima dell’evento organizzato da Patrizia Angelozzi in collaborazione col Comune di Vasto. La giornalista Paola Cerella le ha fatto toccare tanti temi che prendono spunto dal libro Spettacolare. Finché c’è attualità c’è satira, edito da La Lepre.

Francesca Reggiani intervistata da Paola Cerella

Un libro in cui Francesca Reggiani parla di sé, delle sue esperienze, ma anche di quanto sono cambiati i rapporti tra le persone e la televisione. Al pubblico del Teatro Rossetti comincia a raccontare gli esordi, quando si presentò al provino con migliaia di aspiranti per entrare nella compagbnia di Gigi Proietti. «Quando venne il mio turno, salì sul palco e cominciò a dirigermi. Poi disse: ‘Degli occhi così grandi non li ho mai visti sul palco’. Presa».

Realtà e reality

«Ho trascorso i miei primi 33 anni di vita senza cellulare. Si usciva e si rasserenava la mente. Oggi ti arrivano otto telefonate di Patrizia Angelozzi e due WhatsApp dall’assessore. Ormai lavoriamo 24 ore al giorno per l’ottimizzazione del nostro profilo». E qui Paola Cerella si inserisce leggendo un passo del libro: «Siamo una umanità di paranza rimasta impigliata nella Rete». «La ricompensa è il nacisismo», commenta l’attrice. «La vita reale lascia sempre più spazio ai reality e gli schermi sono sempre più piatti perché dentro non c’è niente». «Io mi presentavo a Cinecittà con le mie amiche e un pacchetto di foto e così Fellini mi ha chiamato». Nella tv attuale sarebbe difficile proporre programmi come La tv delle ragazze ed è diventato complicato fare satira: «Viviamo in un mondo coperto da una cappa di perbenismo che non ci consente di dire tutto quello che pensiamo. Tutto è diventato più difficile. Oggi non sarebbe possibile la scena di Benigni che voleva alzare la gonna alla Carrà».

Le imitazioni

Regala al pubblico assaggi di alcune delle sue imitazioni più famose: Giorgia Meloni, Maria Elena Boschi, Elisabetta Tulliani, Conchita De Gregorio, Sabrina Ferilli. Racconta che Cristina D’Avena non ha gradito la sua imitazione in Avanzi, il programma satirico che Rai 3 mandò in onda dal 1991 al ’93 con un cast strepitoso: Serena Dandini, Corrado Guzzanti, Antonello Fassari, Pierfrancesco Loche, Stefano Masciarelli. «Ho rincontrato Cristina D’Avena dopo anni e non mi ha salutato». Oggi programmi come quelli non ce ne sono: «Qualsiasi progetto televisivo è fortemente voluto dalle reti, dai direttori delle reti. La televisione è cambiata. A quei tempi avevamo una forza: eravamo uniti».

“Non è un paese per vecchie”

La parte finale della chiacchierata è una riflessione sull’oggi. «In una società che ha fatto della giovinezza un valore morale, la vecchiaia è mal vista, soprattutto quella femminile. La vecchiaia è una colpa. L’uomo sprizza seduzione da tutti i pori dacché nasce a che muore. Su noi donne scriveranno la frase “da sedursi preferibilmente entro e non oltre il 39° anno”. Le righe laterali non sono smagliature, sono il codice a barre».

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