Non è la prima volta che Peppino Di Francesco alzi la voce per mostrare il proprio disappunto riguardo alcune dinamiche inerenti il mondo del calcio. Questa volta il direttore generale della Virtus Cupello punta il dito contro l’arcinoto Premio Preparazione che matura all’atto del primo tesseramento del calciatore come “giovane di serie”, “giovane dilettante” o “non professionista”. Ne hanno diritto al premio la Società o le due ultime Società che hanno avuto il calciatore tesserato con cartellino rosa nell’arco delle ultime tre stagioni sportive.
Nei giorni scorsi la compagine rossoblù, fresca della vittoria del campionato provinciale Allievi e la Coppa Abruzzo con la juniores regionale, si è vista recapitare cinque lettere riguardanti altrettanti giovani tesserati. Richiesta di saldo del Premio Preparazione arrivata da altra società limitrofa per un totale che supera di poco i 5000 euro.
«Ricevere queste richieste che ci chiamano a un esoso sborso economico – le parole del direttore generale rossoblù Peppino Di Francesco – di certo non ci riempie di allegria, tutt’altro. Prima o poi qualcuno doveva affrontare questo tema scottante, intorno al quale c’è una disinformazione totale. Il Premio Preparazione solo alla fine arriva a colpire alcune società ma in primis non aiuta i giovani calciatori e i loro genitori».
Tutto in regola sia chiaro: «Parliamo di una normativa a livello federale, chi cresce i calciatori nelle categorie giovanili ha la possibilità di chiedere alle future società, che tesserano quei giocatori, questo premio. C’è però un limite a tutto, di questo ne ho anche parlato con il presidente Figc Gravina e allargo il malcontento a tutti i Comitati Regionali. Le responsabilità sono a monte, questa è una piaga che va debellata, bisogna intervenire al più presto per rivedere questa regola che non aiuta le società che lavorano dalla scuola calcio fino alla prima squadra».
Non ci gira intorno parlando di «marciume e sfruttamento, tutto questo si nasconde dietro il Premio Preparazione. Parliamoci chiaro, arrivare ad alti livelli nel mondo del calcio è difficilissimo, le società con i baby calciatori hanno già importanti introiti, mi sembra esagerato chiedere altre cifre, tra l’altro esose, per alcuni giovani che avevano scelto altre realtà anche per essere trattati al pari di tutti i compagni. Almeno noi della Virtus Cupello pesiamo prima il lato umano, poi viene il rettangolo verde».
Per il direttore generale Peppino Di Francesco la strada più naturale sarebbe quella di «agevolare quella società che lavorano, sul serio e non solo per tornaconti come il Premio Preparazione, con la categoria juniores e prima squadra. Deve essere la filiera ad essere premiata, mi dispiace ma quelle società che lavorano solo con i settori giovani e poi chiedono soldi attraverso premi ad altre società non andrebbero agevolate così tanto».