«Intollerabile inerzia da parte del centrodestra alla guida del governo nazionale e regionale: l’agricoltura abruzzese dopo i danni di un anno fa è ancora senza alcun sostegno e non ne avrà a breve, come avevamo più volte temuto e annunciato. Servono altri fondi per rispondere all’urgente situazione del comparto». Lo affermano i consiglieri regionali del Pd Silvio Paolucci e Dino Pepe, che tornano a chiedere interventi concreti per l’agricoltura pesantemente colpita da maltempo e peronospora.
«Appoggiamo e rilanciamo la mobilitazione dei sindaci che sono scesi in campo, chiedendo alla Regione di convocarli al più presto in commissione e al ministro Lollobrigida di sveltire e potenziare gli aiuti dovuti e promessi a pochi giorni dal voto: non si può abbandonare una filiera così importante al proprio destino. Fino a oggi solo prese in giro – polemizzano Paolucci e Pepe – . Non si è visto neanche un centesimo né dal governo, né dalla Regione col rischio che quando arriveranno sarà troppo tardi per molte imprese senza respiro da oltre un anno. Niente. Nulla si muove per l’erogazione delle risorse regionali: 12,5 milioni stanziati in bilancio grazie alla nostra mobilitazione come opposizione, di cui ad oggi restano coperti solo 5 milioni che potrebbero arrivare a 10 milioni ricorrendo ai capitoli da cui la giunta ha attinto per la sanità, obiettivo da concordare da parte della giunta con le 14 sigle che rappresentano il comparto. Al palo anche i prestiti Fira da 5.000, 10.000 e 15.000 euro, a causa di lungaggini procedurali incompatibili con le esigenze del mondo produttivo. Calma piatta anche sul fronte dei 7 milioni originariamente a disposizione attraverso il decreto numero 104 del 2023 ai sensi del decreto 102 del 2004 incrementati di appena 10 milioni dall’ultimo decreto Lollobrigida, a fronte di richieste per 1 miliardo di euro da parte delle regioni colpite, tra cui l’Abruzzo. Nessuna proroga dei mutui e delle agevolazioni previdenziali. Di fatto le misure ritenute urgenti, a fronte del rischio concreto di crisi nel settore che ha visto decimati i propri raccolti, non si sono ancora materializzate, in linea con l’assenza di ascolto e misure da parte della Regione e nel più imbarazzante silenzio di presidente e assessore, che a pochi giorni dal voto avevano promesso l’impossibile».