«Cupello ha bisogno di un nuovo modo di essere amministrata da un gruppo nuovo, fresco, giovane, capace. Se vogliamo cambiare le cose occorrono persone nuove che diano un concreto segnale di rinnovamento». Con queste parole Camillo D’Amico conferma l’assenza dalla lista di Officina Cupello alle prossime Amministrative e l’arrivederci alla politica in prima fila.

Gli ultimi dieci anni
Il saluto arriva dopo dieci anni passati all’opposizione dei due mandati di centrodestra targati Marcovecchio-Di Florio e numerose altre esperienze in ambito locale e provinciale. Un arrivederci che comunque lo vedrà impegnato a contribuire alla causa del gruppo capeggiato da Dario Leone: «È una scelta condivisa con il gruppo allargato e per nulla forzata. Ritengo giusto fare un passo indietro senza lesinare ogni utile energia fisica e mentale affinché Officina Cupello ottenga la maggioranza dei consensi per governare questa comunità. Non lascio l’impegno politico e sociale che continuerò a svolgere in maniera diversa senza tralasciare, se ce ne sarà l’occasione e l’opportunità, in un futuro prossimo di partecipare ad altre e nuove sfide».
D’Amico ripercorre i dieci anni passati tra i banchi dell’opposizione «con tenacia cocciuta, talvolta anche da solo, ma sempre supportato da coloro che hanno sostenuto il modo di fare ed essere palesemente alternativi al loro discutibile modo di amministrare e governare la comunità. I cittadini hanno bisogno di un’amministrazione i cui rappresentanti siano presenti quotidianamente nel territorio e tra la gente, che vivano sulla loro pelle le scelte che si fanno a carico della comunità. Questa sensibilità la maggioranza uscente non l’ha avuta perché ha scelto quella della mera apparizione mediatica, delle feste e passerelle, dei selfie di gruppo e delle relative autocelebrazioni».

Poi, l’inevitabile passaggio sulla situazione finanziaria dell’ente: «Con questo modo allegro e spendaccione nella gestione del bilancio comunale si è prodotto il severo intervento della sezione abruzzese della Corte dei Conti che ha osservato nel merito i bilanci consuntivi 2018 e 2019 e la dichiarazione dello stato di predissesto finanziario con la negativa ricaduta di aumenti al massimo a carico dei cittadini su Irpef, Tari, Imu, servizi a domanda individuale».
D’amico inoltre torna a denunciare la «denigrazione e la derisione dell’avversario» e la «totale ignoranza dell’esistenza fisica di chi rappresenta la minoranza». Un riferimento, questo, al mancato coinvolgimento delle minoranze in occasione che avrebbero dovuto unire la comunità, «Quando è stata evidenziata questa palese stortura democratica ci è stato risposto di essere rancorosi e divisivi».

L’esponente di lungo corso cita anche l’azione propositiva delle minoranze di questi ultimi dieci anni citando alcune iniziative: «L’istituzione delle figura del nonno vigile, il regolamento del baratto amministrativo, la cittadinanza onoraria alla senatrice a vita Liliana Segre, la petizione popolare per l’installazione delle centraline per la rilevazione della qualità dell’aria a Montalfano unitamente ad uno studio di fattibilità con relativi costi di realizzo».
Officina Cupello
Nel saluto di D’Amico c’è spazio anche per la fase di riunione che ha portato alla nascita di Officina Cupello alla quale ha contribuito la cosiddetta delibera bavaglio «con la quale la giunta dà libero mandato al sindaco pro-tempore di querelare chiunque esprima un giudizio che, ritenuto lesivo dallo stesso alla dignità ed immagine dell’ente», «Questa scelta ha accelerato il processo di riunificazione dei gruppi consiliari di Insieme per Cupello e Risposta Civica ricompattando l’ampio fronte delle tradizionali forze politiche del centrosinistra allargato ai movimenti civici e tanti liberi cittadini».
«La nascita di Officina Cupello ha rimesso in discussione ambizioni personali e di gruppo politico o consiliare di appartenenza per una sfida molto più grande e importante. Vi sono entrato con la consapevolezza di essere un anello di una catena più grande, tutto ciò era chiaro a tutti. Non ho mai lesinato di fare un passo indietro per dare spazio a chi è più giovane e fresco di me. Ho accettato con il giusto entusiasmo prima il metodo e poi la decisione che ha individuato il candidato sindaco Dario Leone. Chi ha scelto di uscire dopo questa determinazione lo ha fatto per il solo fatto che la propria ambizione personale non è stata soddisfatta; provo per questo sincero dispiacere ma reputo assolutamente sbagliata la scelta postuma fatta perché stride e contraddice i principi a monte della costruzione e costituzione di Officina Cupello».

«Ringrazio i cittadini di Cupello per il consenso conferitomi in due tornate di elezioni provinciali e altrettante amministrative, chi mi è stato vicino e sostenuto in ogni forma e modo, i tanti che mi hanno dato utili consigli per perfezionare e migliorare le azioni sempre tese ad interpretare le istanze e i bisogni della gente verso la quale ho cercato di essere il più vicino possibile. Infine, ma non per importanza, ringrazio per la pazienza, il supporto, i consigli e la lunga sopportazione la mia famiglia tutta con particolare riferimento a mia moglie Antonella, le figlie, i generi e tutti gli altri componenti».
«Grazie a Camillo – aggiunge il candidato sindaco Leone – perché si è scontrato con un gruppo di potere cercando di contrastare un modo di occuparsi della cosa pubblica, tutti i cittadini dovrebbero ringraziarlo per questo contributo. A Cupello c’è un deficit democratico spaventoso che ci ha portato a costruire un’unità ampia, la presenza di Camillo è stata importante. Chi oggi è fuori da Officina Cupello sono le facce di una stessa medaglia».