«Non siamo sereni di fronte a una normativa che non ci garantisce nulla», dice Massimo Di Lorenzo, rappresentante vastese della Fab Cna, sindacato degli imprenditori balneari. «Abbiamo un titolo concessorio fino al 2033, prorogato fino a quell’anno dal Comune di Vasto tramite un apposito bando. Un titolo ritenuto valido da una recente sentenza del Tar di Bari. Vasto è stato uno dei pochi Comuni italiani a scegliere la strada del bando, altri hanno semplicemente prorogato le concessioni senza pubblicare alcun bando ed è sul primo tipo di proroghe che incide il verdetto del Tar della Puglia».
I giudici amministrativi di primo grado hanno ritenuto legittima la procedura seguita dal Comune di Monopoli, analoga a quella adottata dall’amministrazione comunale vastese nel dicembre 2020. Il Tar di Bari ha, infatti, accolto 21 ricorsi presentati dai titolari di altrettanti lidi balneari di Monopoli e dato il via libera alla proroga delle concessioni fino al 2033. In particolare, la terza sezione del tribunale pugliese ha pubblicato 21 distinte sentenze, evidenziando come le gare per le concessioni demaniali marittime non siano necessarie, poiché per il diritto europeo è sufficiente la pubblicazione all’albo comunale delle istanze di proroga-assegnazione delle concessioni per aggirare la direttiva europea Bolkestein. «Questo – sostengono i sindacati dei balneari – sarebbe in linea con la pronuncia della Corte di giustizia europea del 20 aprile 2023, che ha lasciato ampia discrezionalità agli stati membri anche sulle disposizioni atte a garantire concretamente l’imparzialità e la trasparenza di una procedura di selezione».
«Vedremo – commenta Di Lorenzo – cosa deciderà il Consiglio di Stato. Ci troviamo nel bel mezzo di un caos normativo non indifferente. Speriamo possa portate a risultati positivi il dialogo tra governo e Unione europea sulla base della mappatura del litorale italiano che indica la presenza di ampi tratti di spiagge libere. Solo tre regioni ne sono rimaste senza: Emilia Romagna. Friuli-Venezia Giulia e Liguria. In Abruzzo abbiamo il 70 per cento di spiagge libere».