Liste d’attesa lunghissime. Aspettano un intervento chirurgico urologico «circa 1240 persone, se prendiamo in considerazione i soli dati dell’unità operativa di Urologia del presidio ospedaliero di Vasto». Dati che preoccupano Raffaello Villani, segretario territoriale Fsi-Usae per Lanciano-Vasto-Chieti. Tra questi, 84 hanno una patologia oncologica. Per un intervento «il paziente si trova a dover attendere mediamente 2-4 mesi» e questo «si ripercuote inevitabilmente sulle condizioni di vita del paziente, che», dice a Chiaro Quotidiano il rappresentante sindacale, «si trova spesso costretto a rivolgersi ad altre Asl, anche al di fuori della regione Abruzzo, con incremento dei costi per la mobilità passiva».
E non sono migliori i dati dell’ospedale Chieti dove, in base ai dati forniti dal segretario sindacale, in 1300, di cui oltre 300 con patologie tumorali, sono in lista d’attesa. «I pazienti oncologici aspettano fino a 8-10 mesi per essere operati. Il problema principale è la mancanza di anestesisti», spiega Villani, che ha dato mandato all’avvocato Luca Damiano «affinché si faccia chiarezza sulle cause del ritardo nella prestazione di cure essenziali per la vita del paziente, anche perché il piano nazionale del governo per le liste di attesa (Pngla) riconosce al paziente la possibilità di prendere visione della sua posizione nelle liste di attesa per il ricovero facendone opportuna richiesta alla Direzione sanitaria o alla Direzione medica ospedaliera.».
Intanto azienda e sindacati sono ancora distanti. Fp Cgil, Uil Fpl, Nursind, Nursing Up, Fsi Usae, Usb e Cisal Fpc Abruzzo hanno scritto ai vertici aziendali per sollecitare l’avvio della contrattazione decentrata dopo «plurime e reiterate richieste inerenti la negoziazione degli istituti contrattuali normativi ed economici richiamati dal Ccnl (contratto collettivo nazionale di lavoro, n.d.r.) del comparto sanità sottoscritto in data 2/11/2022». Chiedono un cronoprogramma di incontri, la definizione dei criteri di ripartizione delle risorse disponibili per la contrattazione integrativa e lamentano la «mancata liquidazione del premio incentivante relativo all’anno 2022» e la «mancata contrattazione dei criteri per l’attribuzione dei premi correlati alla performance», inoltre chiedono di riprendere gli incontri «per la definizione dell’orario di lavoro» e di definire i criteri «relativi all’indizione delle procedure di progressione verticale ed orizzontale tra le aree».
Le parti si incontreranno il 4 aprile. I rappresentanti dei lavoratori auspicano «sia concordata una calendarizzazione certa, seria e strutturata degli incontri», altrimenti proporranno al prefetto l’attivazione della procedura di raffreddamento e di conciliazione.