«Buonsenso, competenza, riconoscimento e dei pesi in termini di valori numerici e di qualità». Saranno questi i criteri che guideranno Marco Marsilio nella composizione della giunta riguardo la quale «non avremo problemi». Lo ha detto stamattina il confermato presidente della Regione in conferenza stampa rispondendo alle domande dei giornalisti delle testate nazionali.
Nel Vastese sono crescenti le aspettative dopo il risultato straripante di Tiziana Magnacca con 9.617 preferenze. L’ultimo assessore regionale da questo territorio è stato un altro sansalvese, Antonio Boschetti nella giunta di Ottaviano Del Turco.
Marsilio è quindi il primo presidente nella storia abruzzese che guiderà la Regione in un secondo mandato consecutivo: saranno cinque anni di investimenti per «ricucire il rapporto tra l’Abruzzo e il Centro Italia e il resto dell’Europa».
Poi, ha ribadito un concetto già detto a caldo ieri sera in diretta tv: «Non mai avuto dubbi sull’esito del risultato finale. Non è vera neanche la narrazione della rimonta, anzi è vero il contrario: i sondaggi di giugno ci davano in pareggio, non partivamo da nessun grande vantaggio. Non ho mai creduto alla narrazione mediatica sulla rimonta e il vento sardo».
Lo sconfitto Luciano D’Amico questa mattina lo ha chiamato per fargli gli auguri: «Faccio i complimenti a D’Amico, mi ha chiamato augurandomi buon lavoro e riconoscendomi la vittoria netta, ho ricevuto anche una telefonata da Giuseppe Conte. Auguro a D’Amico di restare in consiglio regionale per guidare l’opposizione e magari migliorarla. Ha avuto il merito di mettere insieme il diavolo e l’acqua santa».
Marsilio è poi tornato sulle polemiche dei giorni scorsi sul silenzio elettorale non rispettato e su notizie prive di fondamento circolate in rete: «Aboliamo silenzio elettorale, la par condicio, il divieto di diffondere sondaggi, ne ho parlato anche con Giorgia Meloni. Gli elettori sono adulti e vaccinati. Per quanto riguarda chi ha diffuso notizie false, dò loro appuntamento in tribunale».
«Gli elettori non si sono fatti spaventare da una caterva di corazzate editoriali che sono piovute sull’Abruzzo dipingendo un quadro a tinte fosche che i cittadini hanno respinto. L’Abruzzo non meritava di essere dipinta come una regione allo sbando, governata da un abusivo che lavora in smart working da Roma».
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