Non è passato sottotraccia il saluto di sabato scorso di Tiziana Magnacca al presidente regionale Marco Marsilio. L’eco di quel Ci rivediamo in giunta, scandito dopo avergli consegnato la torta di compleanno, ancora oggi alimenta la cronaca politica [LEGGI].
La testata giornalistica Abruzzoweb.it nel rilanciare il saluto dell’ex sindaca di San Salvo, parla di «forte insofferenza» all’interno dello stesso partito e cita anche un incontro a Roma tra Magnacca e Arianna Meloni, sorella della premier che sarebbe servito «per perorare la causa di un posto di vertice in caso di elezione in Regione».
Tra le reazioni c’è quella di Francesco De Santis, portavoce abruzzese della Lega, indispettito che bacchetta l’esponente sansalvese – e Fratelli d’Italia – pur non chiamandola direttamente in causa: «Pensare e straparlare di posti in giunta e da occupare, in piena campagna elettorale e a trenta giorni dal voto non solo mostra nervosismo e insicurezza, ma lascia serpeggiare il dubbio di fibrillazioni all’interno del partito di maggioranza relativa a pochi giorni dalla competizione elettorale. Le ambizioni personali di qualche rampante candidato non devono mettere in imbarazzo le competenze legittime del presidente Marsilio e dei partiti che compongono la nostra coalizione».
A stretto giro interviene anche il segretario regionale del Partito Democratico, Daniele Marinelli, che prende spunto dalle dichiarazioni di De Santis per parlare di «Profonde e antiche divisioni interne allo schieramento che appoggia Marco Marsilio» evidenziate «dall’ambizione sfrenata di certi candidati del centrodestra». «È il caso dell’ex sindaca di San Salvo Tiziana Magnacca, candidata nelle fila di FdI, che si ritiene non solo sicura di essere eletta ma anche di far parte di una futuribile giunta regionale di centrodestra. Ovviamente Magnacca è libera di sognare quanto vuole, noi le ricordiamo semplicemente che il 10 marzo suonerà la sveglia».
«Stigmatizziamo questo atteggiamento predatorio di candidate e candidati consiglieri della destra, interessati solo a esercitare il potere e spolpare la Regione quasi fosse una coscia di pollo – conclude Marinelli – L’Abruzzo va liberato da questo sistema di potere malato e da questa cappa velenosa di arroganza. Con Luciano D’Amico finirà l’epoca degli interessi di pochi e torneremo a occuparci dei bisogni e delle esigenze di tutte e tutti».
Dichiarazioni, repliche, botta e risposta e temperatura che sale: tutti elementi che testimoniano l’assottigliarsi del tempo che resta alle elezioni del 10 marzo.