Si terrà il 18 aprile al tribunale di Vasto l’udienza preliminare per la morte di Franco Mancini, da tutti conosciuto come Franchino. La conclusione delle indagini nell’aprile di un anno fa ha portato alla contestazione dell’ipotesi di reato di omicidio preterintenzionale nei confronti di un giovane di 30 anni di Vasto (G.S.). Dopo il passaggio del titolare dell’indagine, Giampiero Di Florio, alla Procura di Chieti, il fascicolo è passato al pm Vincenzo Chirico.
I fatti risalgono al 1° settembre 2021, quando Franchino, come lo chiamavano i tanti vastesi che lo conoscevano, fu ritrovato privo di sensi in viale Dalmazia, nel cuore di Vasto Marina. Vani furono i tentativi di salvargli la vita. A settembre dello scorso anno le indagini, eseguite dal Commissariato di polizia, erano state prorogate per svolgere una perizia sulle immagini registrate dalla videosorveglianza. Le parti avevano incaricato due medici legali: Pietro Falco per la Procura e Christian D’Ovidio per la difesa.
Secondo l’accusa, Franchino avrebbe subito una spinta che lo avrebbe fatto indietreggiare e poi cadere battendo la testa. Caduta che gli avrebbe procurato un’emorragia interna. Secondo la ricostruzione dei fatti, il giovane avrebbe accompagnato l’uomo di 50 anni sul lato opposto della strada lasciandolo su una panchina; nello stesso posto fu trovato la mattina successiva in stato di incoscienza. Trasportato in ospedale in coma, morì qualche ora dopo. L’autopsia, svolta il 4 settembre 2021 all’ospedale di Chieti, ha individuato in un trauma cranico la causa della morte.
Il 30enne è difeso dall’avvocato Antonino Cerella, i famigliari di Franchino dai legali Massimiliano Fiore e Samantha Zaccardi.