La variante D va fatta perché da Montevecchio a San Salvo arretra la statale 16 a monte della ferrovia, inoltre consente lavori di miglioramento del tratto che passa dentro Vasto Marina e lungo la riviera nord. Così il centrodestra vastese sostiene la posizione del presidente della Regione Abruzzo, Marco Marsilio. Con una conferenza stampa ribadiscono la loro posizione la consigliera regionale Sabrina Bocchino, i segretari cittadini di FdI e Lega, Piernicola Carlesi ed Ermanno Falone, i consiglieri comunali di Vasto Guido Giangiacomo, Francesco Prospero e Vincenzo Suriani, il presidente del Consiglio comunale di San Salvo, Eugenio Spadano, e la consigliera comunale Emanuela De Nicolis.
«Non voglio pensare che ci sia qualcuno che vuole rimandare indietro 87 milioni di euro», ammonisce Sabrina Bocchino. La variante D «serve a mettere in sicurezza il tratto più antropizzato». «Ben venga la strada progettata la provincia», ossia il collegamento tra i caselli autostradali Vasto nord-Vasto sud, «ma evitiamo di perdere i finanziamenti. Siamo favorevoli alla variante larga, ma nel frattempo bisogna mettere in sicurezza il tratto esistente».
Guido Giangiacomo cita la delibera approvata il 14 febbraio all’unanimità dal Consiglio comunale che della futura variante «ha condiviso anche la suddivisione in lotti funzionali partendo da San Salvo. Sulla tratta uno (quella dei viadotti e delle gallerie sul costone orientale, n.d.r.) siamo tutti contrari, ma ci sono 87 milioni di euro da salvaguardare. Quando un problema non si può risolvere, si cerca di migliorare la situazione».
La candidata sindaca del centrodestra di San Salvo, Emanuela De Nicolis, sottolinea che «il Comune di San Salvo è sempre stato coerente sulla soluzione da adottare. Non possiamo permettere che il finanziamento da 87 milioni venga dirottato altrove». Il Comune di Vasto ha fatto «un’inversione di marcia repentina». Spadano formula «un appello alla ragionevolezza. Questo atteggiamento di scontro interno al territorio trovi composizione affinché le istituzioni deputate a prendere le decisioni non debbano considerarlo sintomo di assenza di maturità nel decidere su questi temi. Un richiamo alla responsabilità senza posizioni preconcette».
«Lo scontro – sostiene Prospero – l’ha creato il sindaco Menna. Siamo i primi ad aver proposto la variante larga, che però oggi non è sul tavolo. Rileviamo un atteggiamento mistificatorio di Menna. La variante larga probabilmente non la farà l’Anas, ma la Regione o la Provincia».
Piernicola Carlesi punta il dito contro il sindaco: «Menna non ha mediato, non ha fatto l’interesse del territorio». «Una variante nata sotto l’egida del Pd, che governava la Regione e amministrava la Provincia e il Comune. Abbiamo teso una mano all’amministrazione comunale», ma «è stata data poca pubblicità agli atti, come spesso fa il sindaco». La cosiddetta circonvallazione di Vasto «è una variante molto ampia, per realizzarla ci vorranno anni». Intanto bisogna «fondere il litorale dei due comuni attraverso la variante D, che «il Piano regolatore di Vasto ha già previsto».
Spadano lancia l’allarme: «L’Anas è ente statale e i pareri degli enti locali sono consultivi, quindi Anas potrebbe, se sussiste un interesse nazionale, realizzare ugualmente l’opera. Non vorrei mai che si facesse così. Per cui: ragionare, ragionare, ragionare».
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