La firma dell’Accordo di sviluppo e coesione governo-Regione Abruzzo è solo «una singolare operazione di facciata» e «arriva con tre anni di ritardo». Silvio Paolucci, capogruppo del Pd in Consiglio regionale, bolla come semplice propaganda elettorale il documento firmato all’Aquila dalla presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e dal presidente della Regione, Marco Marsilio, alla presenza del ministro per la Coesione e i fondi Pnrr, Raffaele Fitto.
«Meloni – sostiene Paolucci – certifica il grave ritardo della Giunta Marsilio sulla programmazione europea. Una singolare operazione di facciata quella di presentare in pompa magna la firma di un documento che non è altro che un atto burocratico Governo-Regioni che arriva con tre anni di ritardo, visto che stiamo parlando della programmazione 2021/2027 di Fesr, Fse e Fsc e a una settimana dall’inizio dell’ultimo mese di campagna elettorale. La solita propaganda beffa a scapito degli abruzzesi, che questa volta secondo Marsilio e Meloni dovrebbero ritenersi orgogliosi di un’inerzia certificata sulla spesa delle risorse in arrivo da Bruxelles, che vede l’Abruzzo agli ultimi posti in Italia sia per la pubblicazione dei bandi, sia per l’avanzamento nell’utilizzo delle risorse».
«Un ritardo che denunciamo ormai da anni e che è la vera notizia della giornata, visto che la firma resa in pompa magna, altro non è che la ratifica di fondi dovuti a ogni regione, anzi, non solo il Governo regionale a trazione Fratelli d’Italia non ha fatto nulla per averli, ma non è nemmeno riuscito ad aggiudicarsi risorse aggiuntive come invece ha fatto il governo di centrosinistra nella passata legislatura regionale. Oltre noi a dirlo è anche l’Autorità di certificazione della Regione Abruzzo stessa, che nero su bianco da mesi ha cristallizzato una spesa pari al 70,63% sul Fesr e al 62,44% sull’Fse e il fatto che ben 133 i milioni di euro risultano non utilizzati da questa Giunta, nonostante la proroga Covid. Non solo ci confermiamo fra le peggiori regioni italiane per utilizzo dei Fondi strutturali, ma queste risorse, circa 2 miliardi di euro per tutte le regioni, non potranno essere impiegate in ambiti importantissimi e strategici quali le politiche attive e passive del lavoro, la formazione, gli investimenti per le imprese, il risparmio energetico. Questo da parte di una Regione che non è stata nemmeno capace di contare di più a Roma, visto che si è vista tagliare un miliardo e mezzo di fondi per la velocizzazione della rete ferroviaria Roma-Pescara, derubricata da Salvini e che non ha messo un euro sull’agricoltura attraverso il PNRR. La Meloni lo sa? Se ne rende conto? E se sì, che c’è da festeggiare?».