È stato presentato questa mattina, nel museo archeologico nazionale di Villa Frigerj a Chieti, il nuovo stemma della Regione. Presenti per l’occasione il presidente Marco Marsilio, il presidente del consiglio Lorenzo Sospiri e la direttrice del museo Patrizia Colarossi.
A realizzare il nuovo stemma, approvato con una specifica legge regionale, è stato il maestro Mimmo Paladino. La muova composizione grafica consiste in uno scudo sannitico interzato in sbarra d’argento, di verde e d’azzurro, sul quale è posto il Guerriero di Capestrano rappresentato a figura intera, in forma stilizzata. I tre colori rappresentano, nell’ordine, le cime innevate del Gran Sasso, della Maiella, del Sirente, del Velino e dei contrafforti appenninici, i boschi, le colline e il Mar Adriatico. Al di sopra dello stemma è posta la denominazione “Regione Abruzzo” in lettere maiuscole d’oro. Sotto lo scudo è indicato il motto «GENTIVM VEL FORTISSIMARVM ITALIAE» in caratteri maiuscoli.
«Un nuovo stemma della Regione è un simbolo identitario – spiega Marsilio – non si modifica ogni giorno. Lo stemma originario era stato individuato nel 1986 e non è stato affatto un percorso semplice. Ci sono altre Regioni, oltre all’Abruzzo, che, non avendo avuto nel periodo preunitario una propria bandiera, un proprio Stato, un proprio vestillo antico, sono state costrette a ricercare un proprio simbolo, come ad esempio il Lazio. L’Abruzzo ha dovuto, in qualche maniera, costruire una sua iconografia, una sua identità e così i tre colori del bianco delle montagne, del verde delle colline e dell’azzurro del mare sono entrati a far parte pienamente del nostro patrimonio identitario. Mancava però quel quid, quel qualcosa che aiutasse a superare certe contrapposizioni del passato».