Trentaduemila pezzi da incastrare, oltre due anni di lavoro per realizzarlo e una superficie finale di circa 12 metri quadri. Sono i numeri del puzzle gigante che da qualche giorno fa bella mostra di sé nei corridoi dell’ospedale “San Pio” di Vasto.
L’autore è Simone D’Alberto, di Montalfano, che in questi 30 mesi ha coinvolto parenti e amici nella propria passione. Una volta terminato, l’idea di donarlo al “San Pio” con la speranza che possa allietare anche solo per qualche istante le giornate di pazienti, personale e famigliari di chi è ricoverato con una vista su New York.
«Grazie all’aiuto di mia madre Teresa, mia moglie Jessica Di Florio e, occasionalmente, di parenti e amici di passaggio a casa nostra, mi sono messo all’opera – racconta D’Alberto – Incastrando questa passione con il lavoro, gli impegni familiari e il calcio, mio altro interesse, sono riuscito a terminarlo nell’arco di 30 mesi per un totale di circa 350 ore spese. Con l’aiuto di un bravo falegname, poi, abbiamo racchiuso il puzzle in una cornice di legno e policarbonato (lexan) dalle dimensioni di 570 cm in larghezza e 206 cm in altezza».
La quantità di pezzi, 32mila, fino a qualche anno fa rappresentava il numero più alto per un puzzle, di recente ne sono stati prodotti esemplari da 40mila tasselli.
«Infine – continua D’Alberto – abbiamo pensato di esporlo nel “nostro” ospedale con l’auspicio che possa distogliere, anche solo per un attimo, le preoccupazioni e le paure dei pazienti. Per questo motivo ringrazio vivamente la Direzione che ha accolto favorevolmente da subito il progetto e il personale dell’ufficio tecnico che ha reso possibile l’installazione».
Parole di elogio anche da parte della sindaca cupellese Graziana Di Florio, infermiera proprio al “San Pio”: «Oltre al gesto che mi riempie di orgoglio, ho avuto modo di apprezzare l’immagine la quale, composta con grande complessità, mi ha convinto sempre più dell’idea che nella ricomposizione di una situazione difficile di vita non bisogna mai arrendersi».
Accanto all’installazione la targa dell’autore con il seguente augurio: «Perché tutti possano nutrire la speranza di realizzare, pezzo dopo pezzo, un grande sogno».